sport

2 minuti e 52 secondi di lettura
La Sampdoria ha vinto con merito anche il derby numero 118, che non è mai stato in discussione. Due colpi assestati al Genoa, all’inizio del primo e del secondo tempo, hanno regolato la pratica, semplificata anche dall’espulsione di Biraschi, che lì per lì mi è parsa esagerata poi Cesari ha spiegato che era inevitabile.

Come sempre, onore delle armi agli sconfitti, battuti ma non umiliati e generosamente in partita sino alla fine. Stupendi i tifosi, da una parte e dall’altra. Ma in questo periodo storico, lo affermano i numeri, la supremazia della Samp sul Genoa è inequivocabile e l’ultima sfida incrociata lo ha soltanto certificato con i due timbri impressi da Defrel (se ne ha bisogno, troviamogli un’altra auto da sfasciare… è una battuta) e Quagliarella. Grazie Sampdoria e grazie Marco Giampaolo, entrato nella storia come l’allenatore blucerchiato più vincente nei derby. Ora dovrà rinunciare ad una scatola di sigari (lo aveva annunciato lui alla vigilia) ma uno glielo regalerò io, un bel domenicano a capa scura. E se lo fumi alla salute mia e di tutti i tifosi blucerchiati, che gli saranno riconoscenti in eterno. Forse anche i suoi numerosi (ed inspiegabili) contestatori.

La differenza tra Sampdoria e Genoa in questi anni è stata soprattutto nel collettivo, è sotto gli occhi di tutti. Bravo lui, bravi i giocatori ad averlo seguito e la società (soprattutto Pecini ed Osti) ad avergli messo sempre a disposizione un buon materiale da modellare. Nella fattispecie includerei nei riconoscimenti anche il presidente Ferrero (oltre ai suoi collaboratori, Romei in testa), se non fosse che è riuscito a farmi vergognare (e non solo me, purtroppo) anche nel giorno dell’ennesimo trionfo. “Andate a fanculo e attaccatevi al cazzo, soprattutto chi ha scritto e detto che sarebbe stato la mia ultima stracittadina da presidente”. Ovvero, il sottoscritto e qualche altro collega. Non che la cosa mi sconvolga, sia chiaro. Ma è un peccato se anziché di una bella Sampdoria si parlasse ancora di un pessimo Ferrero che perde la testa, come ho letto sulla rosea a caldo. Perché qui non si tratta di opinioni, di giocatori azzeccati o sbagliati, di notizie fondate o meno, ma di educazione.

Pazienza. Si sa che è possibile risultare ultimi anche quando si è primi. Io rispondo con semplicità: per me, questo, resta sostanzialmente l’ultimo derby di Ferrero. Il suo ciclo è finito, esaurito, nel senso che di “più” (nel senso di meglio e di peggio) non potrà fare, anche se ne vincerà degli altri sul campo, pur perdendoli tutti fuori. E, come auspicavo prima della partita, potrebbe essere il suo ultimo derby da vincitore, se le sue richieste economiche venissero esaudite.

Dopodiché, io non ho verità in tasca, ho solo alcune notizie e qualche idea che si basano su conoscenze della storia e dell’ambiente della Sampdoria, di quello che immagino possa essere il bene della Sampdoria nel lungo periodo, quando né Ferrero né Michieli ci saranno più.

Io non mando a fanculo nessuno e non invito alcuno ad attaccarsi al cazzo, non foss’altro perché sino a quando sarà il presidente della Sampdoria continuerò a gioire dei successi di Ferrero da presidente della Sampdoria, perché sono e saranno anche i “miei”.