Hanno chiuso i battenti proprio ieri due attività in via Fillak: non ce l'hanno fatta ad arrivare a fine mese il negozio di articoli per le feste e un parrucchiere. E il rischio è che la lista di serrande abbassate si allunghi, nonostante la riapertura della via entro i primi di aprile, secondo quanto detto ieri dal sindaco Bucci. "La strada verrà aperta, ma poi di nuovo chiusa per le esigenze di cantiere. Qui noi non vendiamo, non riusciamo a pagare gli affitti , i fornitori, le bollette: siamo disperati", ha detto Mary. "Come i colleghi ce ne saranno tanti altri, io stessa rischio di chiudere i battenti a fine mese". "Il fatto che via Fillak verrà riaperta è una buona notizia, ma non servirà", commentano i commercianti. "Ormai le persone hanno cambiato abitudini e passano da via 30 giugno o via Perlasca, senza fermarsi da qui". Il rischio è che presto si trasformi in una zona fantasma, dove non ci saranno più i negozi a fare da presidio.
Non basta neanche l'appoggio delle istituzioni locali, i commercianti sono pronti a scendere in piazza per manifestare, riuniti in un comitato. "Autostrade si sta comportando male: dopo un primo contributo, adesso si è dimenticato di noi", prende parola Ivan Spagnolo, titolare della paninoteca che aveva inaugurato tre giorni prima dal crollo del Ponte. "Non è stata la Topolino s.p.a. a farlo cadere per mancanza di manutenzione, ma Autostrade e esigiamo da loro un contributo a tutti i commercianti fino alla ricostruzione del ponte". Ed era già stata paventata da alcuni negozianti l'idea di bloccare nel weekend di sole i caselli della A10, spesso interessata da lunghe code di milanesi e piemontesi diretti nelle località balneari. "Noi come comitato, che presto verrà riconosciuto in Regione, ci dissociamo, ma siamo disposti a fare un corteo a Roma o ad andare davanti ai Punti Blu per protestare".
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