
Il test è stato effettuato per valutare le caratteristiche e le proprietà del terreno su cui insiste l'area di cantiere e per misurare l'intensità delle vibrazioni connesse alle operazioni di demolizione.
Il blocco, in caduta libera, ha impattato sul suolo e la misurazione delle vibrazioni è stata eseguita utilizzando 5 vibrometri disposti a distanze scalate alla verticale d'impatto. Successivamente un altro blocco è stato fatto cadere su un "letto stabilizzato" composto da uno strato di materiale inerte sull'area di caduta.
Il test è stato effettuato utilizzando un mezzo meccanico posizionato a terra che ha tirato la barriera New Jersey mediante un cavo d'acciaio (lunghezza 60 metri e portata di 10 tonnellate) fino a farla cadere dall'impalcato. Il professor Claudio Oggeri del DAT (Dipartimento Ingegneria Ambiente Territorio e Infrastrutture del Politecnico di Torino) ha dichiarato:"Non appena saranno disponibili le elaborazioni dei dati potrà essere affinato un modello predittivo per eventi più severi".
IL COMMENTO
Siri quasi Papa e le “frecce” di Fortebraccio. Il conclave non parla come la politica
Il Vangelo di Matteo 25 e l’eredità di Papa Francesco