
La mancanza della guaina avrebbe così accelerato la corrosione dei cavi stessi, ma anche della parte esterna del calcestruzzo, "aggredita" dalla corrosione in atto dell'acciaio. Il dubbio degli investigatori, è che la situazione fosse a conoscenza di Autostrade e Spea (la società controllata che si occupa di manutenzione e monitoraggio) ma che non si fosse fatto nulla per porre rimedio. Le analisi dovranno essere confrontate con le ispezioni fatte in loco, sugli altri reperti rimasti a Genova e verranno poi elaborati un una perizia che verrà depositata dai tre periti del gip presumibilmente a metà gennaio.
Lunedì prossimo, all'udienza già fissata ad ottobre, si discuterà del piano di demolizione dei monconi presentato la settimana scorsa dalla struttura commissariale. Nel pomeriggio, invece, tutti i consulenti e i periti si riuniranno proprio per stabilire il calendario dei lavori di demolizione in base alle esigenze di conservazione delle prove. L'ipotesi finora più accreditata è quella che si possa partire con i lavori di smantellamento nella parte ovest del viadotto Morandi, senza l'uso delle cariche esplosive.
IL COMMENTO
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