Mi affascina la figura di Armando Siri, quarantenne genovese, diventato lo stratega economico di Matteo Salvini, l'inventore dal 2015 della flat tax in versione italiana, studiata con esperti stranieri, impostata e diventata piatto forte della politica salviniana, mentre lui, l'Armando, diventava senatore della Repubblica il 4 marzo. E ora è non solo il guru leghista, ma pure un possibile ministro o sottosegretario, anche se le ultime notizie lo danno fuori dal governo Conte, seppure ben dentro al nuovo sistema di potere.
Mi affascina perchè è un genovese, nato politicamente con la gioventù socialista di piazza Posta Vecchia, innamorato di Bettino Craxi, la cui carriera è totalmente sfuggita a noi vecchi cronisti.
Eppure lo avevamo visto sbucare nel 2012, durante la campagna elettorale che sfornò sindaco Marco Doria, appunto come candidato sindaco, a capo di una lista “Partito Italia Nuova” che prese una percentuale da prefisso telefonico. Ma era uno del “mucchio selvaggio”- oltre 10 candidati - che correva intorno a Doria, al suo contendente finale Enrico Musso e a Pierluigi Vinai, candidato del centro destra e, quindi, anche della Lega di allora, che non era quella di Salvini.
Ci domandavamo solo come potesse fare una campagna elettorale così costosa l'Armando, sconosciuto fino ad allora, ma molto attivo e dispendioso. Tappezzava la città di manifesti e regalava a tutti un suo libro intitolato “Italia Nuova-L'inizio”, nel quale raccontava anche con una certa impudenza una sua intervista immaginaria a Silvio Berlusconi, dove il Cavaliere gli dava del matto e lui reagiva invitandolo a ragionare sulla sua pazzia. Sembrava una follia, era un vaticinio con il senno di oggi che tutto sembra nuovo.
Da dove veniva, chi rappresentava? Non scoprimmo neppure che era un collega, un giornalista, con trascorsi a Mediaset, “autore di programmi televisivi”, come scrive oggi il Vangelo di Wikipedia. Da innamorato craxiano era diventato, ovviamente, berlusconiano e continuava a scrivere libri e a osannare il Cavaliere come il vero uomo del cambio di sistema.
L'Armando si era innamorato di Craxi, vero uomo di Stato che schiera i carabinieri a Sigonella circondando nella base militare i marines americani e dopo era rimasto folgorato sulla strada di Arcore. Non ci eravamo accorti di niente, mentre l'Armando scavallava la Prima, la Seconda Repubblica, eppure lui faceva di tutto per farsi notare con quei manifesti monstre sul muri di Genova.
E così ci è sfuggito il salto decisivo nella Terza Repubblica, con la quale ha scavalcato qualche processo di condanna per bancarotta, in una vicenda di società televisive. Lui si era difeso sostenendo che aveva patteggiato: non aveva i soldi per pagare le ingenti spese processuali.
Nel 2014 sulle ali della flat tax l'Armando è finalmente atterrato nella Lega del capitano Matteo. Ed è diventato il vero consogliere economico. Altro che anonimato e mucchio selvaggio!
L'ultima campagna elettorale e le trattative per il contratto di governo con i 5 Stelle lo hanno proiettato in prima fila. Intervistato in pompa magna dal “Corriere della Sera”, protagonista di faccia a faccia e talk show, il Siri di origine genovesi è veramente diventato una star.
Ora aspettiamo con una certa ansia gli sviluppi, ma siamo sicuri che il ruolo del giornalista genovese sarà chiave nel futuro governo. E noi, anzi io, non avevamo capito niente.
politica
Siri, il genovese star a sorpresa: da visionario Psi a stratega della flat tax
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