Invita gli autori a una revisione, del testo e delle immagini il garante dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza della Regione Liguria Francesco Lalla, sollecitato a esprimersi sul grande manifesto anti aborto comparso qualche giorno fa su un muro in corso Buenos Aires, nel centro di Genova. Il poster mostra l'immagine di un feto con la scritta "Tu eri così a 11 settimane, se oggi sei qui è perchè tua madre non ti ha abortito". "Chiunque abbia sensibilità sa che una problematica quale la maternità non può essere trattata in termini di mera pubblicità o di sollecitazione a posizioni radicalmente contrastanti, ma va trattata - spiega Lalla, interpellato sulla questione da alcuni partiti di centrosinistra - con la profondità e insieme la delicatezza che il tema richiede. Non introducendo voci narranti rivolte a soggetti, i bambini, che sono impegnati con se stessi nella propria crescita".
Francesco Lalla avanza alcune perplessità sulla qualità del messaggio del manifesto: "A un'eventuale domanda del bambino i genitori sapranno rispondere senza imbarazzo, con fierezza, di aver messo al mondo il piccolo o con eventuale senso di colpa? Ho qualche dubbio al proposito", scrive.
Secondo il garante, inoltre, i toni del poster rischiano di contrastare con la legislazione internazionale: "Questa specificità è incomprensibile al minore, dannosa nel suo stadio di crescita, quasi una interferenza arbitraria in questo senso vietata ai sensi dell'art. 16 della Convenzione dei Diritti dell'Infanzia, ratificata in Italia nel 1991". Il Garante, infine, auspica che le istituzioni promuovano azioni concrete a sostegno della maternità
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