Nominare un dirigente non laureato non è un reato contabile se la normativa di riferimento al momento dei fatti non è chiara. Lo ha stabilito la Corte dei conti in sede di appello, prosciogliendo l'ex presidente dell'Autorità portuale di Genova Luigi Merlo e l'ex segretario generale Giambattista D'Aste, condannati in primo grado per avere procurato un danno erariale nominando dirigente Fulvio Piazza, che non aveva il diploma di laurea. Il proscioglimento è per "difetto di colpa grave" in quanto i giudici ritengono che "l'interpretazione circa la normativa da seguire nel caso di conferimenti di incarichi dirigenziali fosse assai equivoca e tale da ingenerare incertezze ed errori". Di conseguenza la decisione di Merlo e D'Aste era stata presa sulla base dell'interpretazione, in buona fede, delle diverse e contraddittorie norme sulle Autorità portuali a partire dal fatto che non era chiaro se si dovesse ritenere loro applicabile il regime restrittivo delle nomine dirigenziali del pubblico impiego oppure no e quindi al posto della laurea bastasse "un elevato livello di professionalità".
Con la riforma portuale il nodo è stato chiarito, ma la sentenza era attesa in quanto ci sono molti dirigenti senza laurea nelle diverse Autorità di sistema portuale italiane.
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