cronaca

Il commento
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 Sarà colpa o merito della campagna elettorale ma sembra che i cinghiali non abbiano voglia di entrare a Genova. In compenso la loro assenza è stata sostituita dalla consistente presenza di maiali. Non a quattro zampe, ma a due gambe e due braccia. Più difficile supporre che posseggano anche una testa, meno che mai una testa pensante.



Codesti maiali hanno deciso che è inutile o soltanto scomodo usufruire dei servizi di nettezza urbana, preferendo effettuare un loro privato e personale smaltimento dei rifiuti, dopo aver individuato anche zone della città quali ideali discariche personali. Dei suddetti neo maiali, intendo.
Uno di questi luoghi eletti a porcilaia si trova in via Caffaro alta, sotto il ponte di Circonvallazione. Qui, riparati dalla pesante copertura dell'auto silos, si sono create due o tre discariche che raccolgono un buon numero di rifiuti ingombranti, quelli che si potrebbero smaltire con l'utilizzo di un comodo e civilissimo servizio raccolta dell'Amiu. Invece no. E checcavolo di servizio civile! Meglio il servizio fai da te che consiste nella fattispecie nel conferire arredi e oggetti ingombranti sotto questo ponte sul marciapiede della via.



Nel giro di una settimana posso testimoniare (la foto racconta solo una parziale veduta) che sono state depositate: una deliziosa specchiera anni '60 con vetro frantumato e sparso laddove si cammina, un mobiletto da cucina coevo alla specchiera di cui sopra, lo schermo di un computer, uno spazzolino da cesso con annesso il suo recipiente, uno strano ingranaggio del quale non sono riuscito a definire origine e funzione, diversi pannolini e pannoloni.


Ho la quasi certezza che i maiali che godono di uno ius soli a Genova convertitori di tali mercanzie facciano parte di quella categoria usa a lamentarsi di come i politici conducono la cosa pubblica. In primo luogo a protestare di come la città sia sporca, mal tenuta, disastrata, desolante nel suo stato di abbandono.
Amo i suini veri, quelli dotati di quattro zampe, di testa, grandi orecchie e un cervello. Quei suini che accettano di trasformarsi in cotechini o capocolli di Martina Franca. A loro insaputa. Meno i maiali del cassonetto, incivili che vorrei vedere, in una mia personale vendetta, ancorati al marciapiede dove hanno gettato le loro schifezze casalinghe, a grufolare tra sacchi fetidi della spazzatura, in mezzo alle loro belle specchiere anni '60.


Sento la mancanza dei cinghiali, dei topi detti simpaticamente pantegane che preferiscono starsene al riparo nelle loro tane piuttosto che imbattersi in questi loro pessimi imitatori. Ma soprattutto di qualcuno (una figura municipale ad hoc) che si apposti dietro le auto in sosta e sorprenda i maiali con la giacca e la cravatta mentre, nottetempo, si disfano dei miseri resti della loro educazione civica.