salute e medicina

I racconti arrivati a Primocanale in tv, sul web e dai social
4 minuti e 22 secondi di lettura
 Lamentele e proteste, sono queste le principali parole che circolano in questi giorni attorno alla situazione dei pronto soccorso della Liguria. E Primocanale vicino alla gente ha raccolto al telefono, al web, e dal vivo coi nostri inviati davanti agli ospedali le testimonianze di chi durante le giornate di festa si è trovato a richiedere le cure ai pronto soccorso. Situazione di disagio e problematiche strutturali del sistema che emergono dai racconti di chi ha voluto descrivere la propria vicenda.


Il signor Gianni racconta quanto accaduto nella giornata del 2 gennaio all’Ospedale San Martino dopo aver portato suo cugino: “L’ingresso è stato abbastanza veloce ma il problema è stato dopo per sistemarlo in un letto”. Luigi parla poi della vicenda riguardante suo padre sempre al San Martino: “Ha una cardiopatia acuta, purtroppo ci sono stati dei disguidi: è su una barella, aspettando un letto. E’ una cosa che fa davvero male, è davvero brutto: tante persone nel corridoio, è una situazione che deve essere sistemata non è possibile pensare che si vada avanti così. Mio padre si trova in una stanzetta dove ci sono altre nove barelle”. Sulla stessa lunghezza anche due signori anziani, Paola e Giovanni, che hanno portato la madre sempre al San Martino il 2 gennaio: “Tantissime persone nel corridoio, è davvero un inferno”. Infine Roberto: “Ci vuole più personale, una cosa così non può andare assolutamente bene”. 


Paolo invece al telefono spiega quanto vissuto in queste ore: ”Mi sono trovato al pronto soccorso di Sampierdarena, c’erano attese lunghissime. Addirittura c’erano persone in attesa che dormivano nella sala. Non sembrava nemmeno un pronto soccorso”. Un altro telespettatore ha testimoniato quanto vissuto nelle ore durante Capodanno: “Mia moglie aveva la febbre alta, abbiamo provato in tutti i modi a contattare la guardia medica ma non c’è stato nulla da fare, nessuno ha risposto. Poi siamo andati al pronto soccorso di Pontedecimo e qui finalmente un medico ha visitato mia moglie”. Pesante anche la testimonianza di una telespettatrice: "Mio marito è stato ricoverato per oltre 24 ore in una barella senza nemmeno un cuscino dove popet poggiare la testa". E poi Alda di Genova a racconta la sua storia: "Sono stata ricoverata per un malessere, mi hanno lasciato ore e ore sopra una barella, eravamo in tanti così. Neanche in una clinica veterinaria".       


Qualcuno come Giovanna, che lavora alla croce bianca prova anche a trovare una possibile soluzione: “Nei pronto soccorso, ci vorrebbe anche l’intervento dei militi. Potrebbero occuparsi di trasportare le barella. Il personale manca, questo è un dato di fatto”. Marina invece se la prende con i medici di famiglia: “Ormai non ti misurano nemmeno la pressione e come arrivano i giorni festa spariscono tutti”. E al telefono di Primocanale interviene anche un operatore sanitario: “Noi andiamo a lavorare anche con l’influenza, di certo è una situazione non facile nemmeno per noi”.


E poi c’è il racconto di Rocco, che ha portato la madre al pronto soccorso del San Martino trovando però qualche difficoltà: “Mia madre è arrivata al pronto soccorso alle 3.30 della mattina, alle 13 è stata messa nella barella. Poi l’hanno portata nel reparto di medicina d’urgenza. Qui una volta arrivata l’hanno prima fatta attendere in corridoio e poi dietro una tendina dove c’erano almeno altre dieci persone, tutte oltre gli 80 anni”.
Un problema che appare strutturale ma non solo, dal racconto emerge anche un problema di mezzi in dotazione. “Per oltre cinque ore il personale ha cercato di recuperare un catetere per mia madre – prosegue il racconto - e da ore però non riescono a prenderle la pressione. Gli strumenti di misurazione infatti non funzionano, e gli infermieri stanno girando tutto l’ospedale per trovarne uno funzionante”. Un genitore invece racconta: “Mio figlio di tre anni aveva la febbre a 41, ma il medico al telefono mi ha detto di dargli la tachipirina. Di fatto lo hanno curato al telefono”.


E davanti all’ospedale San Martino abbiamo incrociato anche una badante delusa che accudisce: “Nei reparti ci sono pochi infermieri che devono gestire troppi anziani malati e non riescono a fare tutto. Mi hanno detto siamo in pochi e la signora rimane col braccio gonfio”.Una coppia appena uscita dall’ospedale fa il punto sul personale: “Stamattina c’era poca gente, ma è ancora periodo festivo. Infatti si dice che quando è estate o vacanza la gente guarisce”- risponde ironicamente la signora. “Sempre nelle feste, lavoro qui da 38 anni ed è sempre così. Manca il personale, dovrebbero assumere un po’ più di gente. Lavoro a microbiologia, laboratorio analisi, non mi occupo troppo dei pazienti. Bisognerebbe distribuire sul territorio qualcosa, non penso ci siano le strutture sufficienti e neanche il personale”, ha commentato una dipendente del San Martino, per nulla sorpresa dalle code che si sono create al pronto soccorso nei giorni scorsi.