cronaca

Iniziativa promossa e sostenuta da Regione Liguria
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 “I centri antiviolenza esistono e dobbiamo fare in modo che vengano sempre più utilizzati”. Così l’assessore regionale alle Pari opportunità Ilaria Cavo durante il convegno organizzato a Terrazza Colombo dalla Regione Liguria dal titolo ‘Divieto di Femminicido’. “



"Il nostro obiettivo – ha proseguito l’assessore Cavo - è sensibilizzare la cittadinanza su un problema così importante. In queste giornate appositamente dedicate come Regione abbiamo scelto alcuni simboli che facciano presa e siano un vero elemento di attenzione e riflessione su quanto avviene costantemente nei confronti delle donne: penso alla panchina rossa o al muro dell'arte”.
Il convegno si inserisce nell’ambito della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.


L’assessore regionale alle Pari opportunità fa anche il punto su alcuni numeri che fotografano bene le situazioni violenza o di pericolo vissute dalle donne: “Ogni anno ci sono circa 800 nuove donne che si rivolgono ai centri, ma è solo la metà che poi fa avviare un procedimento in sede giudiziaria e sono ancora meno quelle che portano avanti il processo fino alla sua naturale conclusione. Ecco bisogna lavorare ancora su questo aspetto".
Dai dati emersi viene evidenziato come il profilo delle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza è quello di persone con alto grado di istruzione, la maggio parte di origine europea e quasi sempre dotate di autonomia economica.



"Voglio aprire ricordando la figura di Lea Garofalo, una donna che ha sofferto ed è stata vittima di un tragico evento di violenza legato ad ambienti n'dranghetisti". Così il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi durante il convegno -. Ho scelto di ricordare questa figura perchè sono passati proprio oggi otto anni dalla sua uccisione".



"Dal maggio del 2012, quando si è costituito il gruppo Fasce Deboli, ad oggi sono stati avviati oltre 1500 procedimenti giudiziari per maltrattamenti, altri 1200 riguardano invece casi di stalking e oltre 700 invece fanno riferimento a casi di violenza sessuale. Di tutti questi, i procedimenti ritenuti esauriti nella loro attività giuridica, sono oltre 1100" ha precisato Cozzi.


Anche il sindaco di Genova Marco Bucci è voluto intervenre duranmte il covegno portando il suo messaggio sul tema: "La città di Genova abborisce la violenza in tutti i suoi generi. Come amministrazione faremo tutto il possibile perche la città faccia passi avanti importanti in questo senso. Abbiamo predisposto un aumento del 15%  del budget per il sociale proprio per contrastare questi casi. Faccio un appello vero alla città: parlate, aiuateci a trovare la strada giusta da seguire, noi siamo pronti ad ascoltare le indicazioni e le necissità che ci indicherete e saremo pronti a trovare le soluzioni migliori, insieme".  



"Il dovere dell'arte e dell'artista è quello di stimolare le emozioni e i sentimenti - ha precisato Jo Squillo entrando nel tema della giornata -. Questo è un problema grande, grandissimo e non è sopportabile che si verifichino così tanti casi di violenza. E' importante che ci sia un cambiamento culturale. E' un problema principalmente della cultura maschile, molto è stato fatto ma molto di più c'è ancora da fare. Il cambiamento - ha proseguito l'artista - deve partire dalle associazioni, dai simboli come il 'Wall of Dools'. Sono soprattutto gli uomini che devono cambiare, uomini svegliatevi" ha concluso Jo Squillo. 


I DATI DELLA PROCURA  - Nel gruppo 'Fasce deboli' della Procura di Genova dal primo gennaio 2012 al 31 ottobre 2017 sono stati 1.534 i procedimenti iscritti per il delitto di maltrattamento, 1.202 per il reato di stalking, 700 per il reato di violenza sessuale, sessuale di gruppo o condivisa. Lo spiega il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi stamani durante il convegno 'Divieto di femminicidio' organizzato dalla Regione Liguria in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

L'assessore regionale alle Pari opportunità Ilaria Cavo ha invitato le donne liguri vittime di violenze a "farsi avanti, ad avere il coraggio di denunciare i loro carnefici, perché una rete attiva in Liguria di protezione c'è e si sta rafforzando a partire dai centri anti-violenza. Ai dati istituzionali purtroppo dobbiamo sommare il sommerso - ha detto -. I dati ci dicono che i centri anti-violenza della Liguria ricevono circa 800 donne all'anno, le donne che rimangono 'legate' sono meno della metà, la maggior parte delle donne che denunciano è italiana, la stragrande maggior parte è europea".