
Lo annuncia l'assessore regionale allo Sviluppo Economico Edoardo Rixi, dopo che in giunta è stato recepito lo stanziamento da parte del Mise di 2,4 milioni per le aree di crisi non complessa della Liguria, a cui la Regione contribuirà con ulteriori 480 mila euro. "Pensiamo anche- aggiunte l'assessore Rixi - all'eventuale impiego anche di risorse europee per incentivare le aziende a investire su questi territori".
Le aree di crisi industriale non complessa sono state individuate dal decreto ministeriale del 4 agosto 2016 che indicato per la Regione Liguria un elenco di sistemi locali del lavoro da scegliersi per un massimo di popolazione compresa di 399.792 abitanti, pari al 24,9% della popolazione regionale del 2015. I sistemi locali del lavoro selezionabili dovevano comprendere una popolazione massima di 240.385 abitanti, il 15% della popolazione regionale del 2015, con limite massimo di scarto dell'1%. In particolare, per la provincia di Genova, sono comprese nell'elenco delle aree di crisi semplice quelle portuali, parte della Val Polcevera, le aree di Cornigliano, Erzelli, entroterra di Voltri, entroterra chiavarese, i Comuni di Casarza ligure e Castiglione Chiavarese -, Chiavari, Lavagna, Val Fontanabuona e Val d'Aveto. Per la provincia della Spezia le aree individuate sono: i Comuni della Spezia, Arcola, Bolano, Santo Stefano Magra e Follo. Per la provincia di Imperia, le valli Prino, Arroscia e Impero con i Comuni di: Borgomaro, Caravonica, Chiusanico, Chiusavecchia, Dolcedo, Pieve di Teco, Pontedassio, Pornassio, Prelà, Rezzo e Vessalico.
IL COMMENTO
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