cronaca

Al Festival della Scienza la testimonianza di Maurizio Demart
1 minuto e 26 secondi di lettura
"Abbiamo perlustrato alcuni tratti di mare mai esplorati e abbiamo scoperto che i ghiacci artici hanno lasciato tracce sul fondo marino, sappiamo fino a dove è arrivata la copertura glaciale ventimila anni fa. Poi abbiamo trovato una massa d'acqua molto salata e fredda, immobile". Il capitano di fregata Maurizio Demarte, capo della spedizione High North 17 che lo scorso luglio ha segnato il ritorno della Marina militare e dell'Istituto idrografico della Marina alle campagne scientifiche nell'Artico 89 anni dopo l'impresa del comandante Nobile con il dirigibile Italia, racconta a Genova nell'ambito del Festival della Scienza, le scoperte dei 25 ricercatori partiti a bordo della nave oceanografica della Marina "Its Alliance".

Un'esplorazione scientifica in piena regola. "Oltre alla misurazione del cambiamento climatico in atto - spiega Roberta Ivaldi, professore associato di Geologia marina all'Istituto idrografico, che nella spedizione aveva il ruolo di coordinatore scientifico - gli altri nodi erano l'esplorazione di aree che sono sconosciute e il terzo punto lavorare in sistema integrato per ottenere modelli sempre più attendibili per le previsioni, da quelle meteo a quella a più lungo termine, ad esempio su come sarà l'Artico fra 100 anni".

Un esempio dell'unione fra le forze armate e la comunità scientifica, visto che erano coinvolti i principali centri nazionali coinvolti nella ricerca marina in Artico. "Le Forze armate - sottolinea il ministro della Difesa Roberta Pinotti, presente all'evento con il Capo di stato maggiore della Marina, Valter Girardelli - mettono sempre a disposizione quello che acquisiscono per le necessità più vaste dell'Italia, dalla comunità scientifica ai beni culturali all'ambiente". La campagna di geofisica marina High North riporterà la Marina e l'Idrografico anche nel 2018 per continuare le rilevazioni.