cronaca

Terza tappa della visita del Pontefice
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"Missionare" è la parola chiave nel discorso di Papa Francesco ai quasi 3mila giovani che hanno affollato il Santuario di Nostra Signora della Guardia sul monte Figogna, alle spalle di Genova, terza tappa della visita di Papa Francesco a Genova. Un neologismo, com'è nello stile del Pontefice, per invitare i ragazzi a "sfidare l'orizzonte con coraggio", proprio come i navigatori. E il Santo Padre, in un luogo simbolo della fede per i genovesi, cita più volte Cristoforo Colombo e la sua "pazzia", la stessa pazzia della fede che il Papa esorta ad abbracciare.

Dopo l'incontro con i giovani, che sono arrivati coi pullman di primo mattino marciando da Scarpino, il Papa si è fermato a mangiare in un pranzo privato nella Sala del Caminetto con 135 tra cui numerosi rifugiati, una ventina di detenuti di Pontedecimo e Marassi e un gruppo di senza tetto assistiti da associazioni di volontari genovesi fra cui Caritas, San Marcellino e Ceis. Il menù prevede trofie al pesto (quello di Zeffirino, fatto con l'ottimo basilico di Celle Ligure), arrosto con patate e crostata. Al pranzo nessuna autorità: solo il Papa, il cardinale Bagnasco e i commensali.

Bergoglio ha salutato tutti i presenti con un grande sorriso e ha pranzato seduto tra due migranti africani giunti da poco in Italia e in attesa di ottenere asilo. Ha scherzato a lungo con i due commensali che, grazie ai suoi modi, hanno vinto l'emozione e la timidezza, confidando poi al Papa la loro esperienza di guerra e violenza. Al termine Bergoglio ha riposato brevemente prima di riprendere la visita a Genova.

Le domande dei giovani al Papa- "Le chiediamo una benedizione e anche un consiglio su come essere missionari sui nostri coetanei vittime della droga, della violenza, dell'alcol e degli inganni del maligno", ha detto una ragazza al Santo Padre. "Dio lo incontriamo tutti i giorni, nel silenzio della preghiera. Quindi le chiediamo qualche consiglio per vivere la nostra vita spirituale e di preghiera", aggiunge un giovane. Un terzo lo saluta: "Ciao Papa Francesco. Molti di noi giovani non hanno il tempo o l'occasione per incontrare la persona della loro vita. Può darci qualche consiglio su come farlo in pienezza e su come vivere relazioni vere e sincere?". "Quali gesti possiamo compiere per rispondere alle sfide della storia?".

"Non siate turisti della vita" - "Il cardinale ha detto che il vostro amore è turbolento e allegro. E questo è bello. Per me è una gioia incontrare voi, lo desidero sempre. E voi non volete risposte pret-a-porter. Gioia non è lo stesso che divertirsi. Noi ci rallegriamo quando le cose vanno bene, ma c'è anche un'altra trasformazione nascosta: l'essere missionari ci porta a imparare a guardare, col cuore. Così smettiamo di essere turisti della vita facendo fotografie e non guardando la realtà. Lasciate questo atteggiamento da turisti e assumete un compromesso (dice il Papa, intendendo impegno) con la vita. Non guardare i cuori della gente è suicida".

"Amare è stringere mani sporche: non giudicate" - "Tutti siamo peccatori - continua Bergoglio - e la missione ci trasforma. Tutti possono diventare santi. Aiutare i giovani in difficoltà? Senza amore non serve. Ma amare - dice Papa Francesco - è essere capaci di stringere la mano sporca, parlare con chi è in situazioni di degrado. Se qualcuno pensa di trattarli come stupidi che non sanno di religione, meglio che stia a casa. Questa è la pazzia della fede, della croce, dell'annuncio del Vangelo. Non date aggettivi alle persone, solo nomi. Non dite: quello è un ubriaco. Solo Dio può giudicare".

"Sfidate gli orizzonti come Colombo"
- "Genova - prosegue Papa Francesco - è una città porto che ha saputo ricevere tante navi e ha generato un grande navigatore. Cristoforo Colombo, che dicono fosse dei vostri, ma non si sa, voleva andare di qua passando di là. Ha avuto coraggio" Per essere discepoli ci vuole lo stesso cuore di un navigatore: orizzonte e coraggio. Non smettete di sfidare gli orizzonti. Orizzonte e coraggio: lo dico a tutti i genovesi". "Dovete avere il coraggio di chiedervi: è normale o non è normale? È normale che cresca ogni giorno l'indifferenza? È normale che molti dei nostri coetanei migranti, provenienti da Paesi dove rischiano la morte, vivano nelle nostre città in condizioni veramente difficili, è normale che il Mediterraneo sia diventato un cimitero?".