Quattro imprese e le rispettive quote societarie, 27 immobili, svariati rapporti finanziari e assicurativi: sono i beni, per un valore di 28 milioni, sequestrati dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, del Nucleo speciale polizia valutaria e del Servizio centrale investigazione sulla criminalità organizzata all'imprenditore edile Angelo Restuccia, ritenuto contiguo alle cosche di 'ndrangheta Piromalli di Gioia Tauro e Mancuso di Limbadi.Dalle indagini, secondo l'accusa, è emerso che l'imprenditore avrebbe avviato ed accresciuto le proprie attività grazie agli appoggi dei Piromalli e dei Mancuso. Tale rapporto, risalente ai primi anni Ottanta, secondo l'accusa, avrebbe consentito all'imprenditore di prosperare e, nel contempo, avrebbe favorito gli interessi delle cosche. Per inquirenti ed investigatori, dunque, Restuccia è un esempio emblematico di "imprenditore mafioso". I finanzieri hanno poi evidenziato la sproporzione tra i redditi ed il patrimonio accumulato.
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