cronaca

Il capo della polizia a Genova per ricordare l’agente morto a Ventimigila
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“Se ci sono soggetti che si sottraggono e che pensano che la responsabilità sia solo di altri il sistema si indebolisce. Ma che i sindaci devono essere al centro del sistema, sta nella natura delle cose. Questo non vuol dire che i sindaci debbano diventare sceriffi, ma ognuno deve fare il proprio”. Così il Capo della Polizia Franco Gabrielli è intervenuto a Genova sulla questione migranti aggiungendo che "iI ruolo della polizia italiana è quello di far applicare la legge e grazie alla nostra professionalità a Ventimiglia e a Ponte Chiasso siamo riusciti ad evitare le degenerazioni che ci sono state a Calais".

 Gabrielli che in mattinata ha fatto visita al reparto mobile di Bolzaneto prosegue: "Noi spesso siamo oggetto di critiche perché i problemi si vedono da angolature diverse. C'è chi dice che siamo morbidi e chi afferma il contrario e chiede accoglienza per i migranti. Noi siano nel mezzo. Ma quando sento critiche da una parte e dall'altra penso che siamo nel giusto".

"Sono molto legato alla caserma del reparto mobile di Bolzaneto perchè qui ho mosso i primi passi da giovane funzionario di polizia. È la seconda volta che torno qui dopo la morte di Diego Turra: una persona le cui qualità trapelano dai ricordi senza retorica dei colleghi". Gabrielli lunedì mattina è stato a Genova per presenziare alla cerimonia dell'inaugurazione della sala lettura della biblioteca Palatucci del VI Reparto Mobile di Bolzaneto intitolata alla memoria del vice sovrintendente della polizia di stato Diego Turra, deceduto dopo essere stato vittima di un malore durante un servizio svolto a Ventimiglia il 6 agosto del 2016.

"Si può essere eroi per caso ma non si è mai uomini per caso - ha aggiunto Gabrielli - perché essere uomini é un percorso lungo. I ricordi veri non conditi dalla retorica sono i più importanti. Diego era una persona buona che sapeva andare incontro alle esigenze della gente. Ed è questa la polizia che mi piace".

"Il tema della sorveglianza sanitaria e della salute della mia gente è uno degli imperativi categorici della mia politica", ha aggiunto Gabrielli acendo riferimento al nuovo protocollo interministeriale da lui voluto per una più adeguata sorveglianza sanitaria che agevoli il monitoraggio delle condizioni psicofisiche degli agenti di polizia. Necessità impellente dopo la morte di Turra, stroncato sul lavoro da un infarto, e la strage commessa da un poliziotto del reparto mobile che nel novembre del 2016 ha ucciso moglie e due figli e si è ucciso. "Spesso commettiamo l'errore di sentirci indistruttibili ma non è cosi. Sul protocollo della sorveglianza sanitaria avrei voluto procedere in modo più spedito. Ma questi sono temi che bisogna affrontate in modo condiviso" ha aggiunto Gabrielli per spiegate perché le nuove disposizioni sanitarie non sono ancora in vigore.