cronaca

400 euro al mese per i 7 mila liguri in povertà
2 minuti e 55 secondi di lettura
È stata respinta dal Consiglio regionale la proposta di legge del M5S per introdurre in via sperimentale il reddito di cittadinanza in Liguria. Sono stati 7 i sì, 23 i no, su 30 presenti. Favorevoli M5S, Rete a Sinistra e Libera-mente Liguria (la nuova forza del Gruppo misto composta dal consigliere fuoriuscito ieri dal M5S Francesco Battistini). Contrari centrodestra e Pd.

La proposta mirava a introdurre un reddito di cittadinanza mensile di 400 euro per 7.000 liguri sotto la soglia di povertà relativa minima utilizzando 27 milioni di risorse regionali. Un progetto pilota da allargare ai 100 mila liguri sotto la soglia di povertà relativa. La proposta iniziale del gruppo M5S prevedeva inizialmente uno stanziamento di 800 mila euro. 

"Un fondo per introdurre il reddito di cittadinanza in Liguria, alimentato da risorse regionali, era possibile e doveroso - dichiara la consigliera regionale del M5S Alice Salvatore - E' diventato una necessità, sono sempre di più i cittadini che ci chiedono aiuto, immagino lo chiedano anche alla Giunta Toti, mi spiace che mentre le emergenza sociali aumentano ci sia da parte del presidente Toti una totale mancanza di attenzione. E' stata persa una occasione storica".

Per la vicepresidente della Regione Sonia Viale "il tema della povertà è serio. Il Governo con il nuovo strumento per il Sostegno per l'inclusione attiva (Sia) ha stanziato un miliardo e mezzo sul tema, di cui 30 milioni arriveranno alla Liguria, siamo contrari all'impostazione governativa, ma mentre le risorse regionali a disposizione sono sempre più esigue non possiamo impegnarle per una misura irrealizzabile, mentre il Governo sta intervenendo a livello nazionale".

"Una proposta vergognosa perché priva della copertura finanziaria", commenta il consigliere del Pd Giovanni Lunardon. Per il capogruppo di Forza Italia Angelo Vaccarezza, quella del M5s "è una proposta da venditore ambulante, diminuita da 800 a 27 milioni in pochi mesi, se aspettavamo ancora un po' arrivavano a 7 milioni. E' stato un voto sul nulla, su 27 milioni che non esistono".

"La proposta è passata da 800 a 27 milioni, l'M5S ha fatto male i conti, ma mantengo fede al mio impegno a favore del reddito di cittadinanza, in futuro mi auguro maggiore rigore da parte dell'M5S per rispetto dei cittadini", sottolinea il capogruppo di Rete a Sinistra Gianni Pastorino.

Pastorino conferma  comunque la validità della proposta: “Resto dell’idea che questo provvedimento sia necessario, considerate le difficili condizioni economiche vissute da molte famiglie. Da questo punto di vista il primo ad aver fallito è il Governo nazionale che in questi anni non è riuscito ad attuare una politica adeguata”. Non sono mancate, però, critiche all’atteggiamento arroccato che i grillini hanno dimostrato durante tutto l’iter della Pdl. “La politica deve saper fare sintesi. Oggi – prosegue Pastorino - consegniamo ai cittadini il fallimento di una proposta giusta, per colpa dell’ostinato rifiuto alla convergenza che i 5 Stelle hanno dimostrato scatenando per due giorni una polemica senza civiltà. Poteva andare diversamente, ma c’era bisogno di maturazione politica”.

"Una proposta molto ridotta nella platea di riferimento e nella misura d'integrazione al reddito - riconosce Francesco Battistini (Libera-mente, ex M5S) - 400 euro sono pochi, ma sarebbero stati comunque un segnale. Ho votato a favore nonostante l'M5S a dispetto del 'nessuno deve rimanere indietro' aveva proposto con un emendamento respinto di escludere dal reddito di cittadinanza i migranti con permesso di soggiorno".