L'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, interviene sul dibattito referendario, lo fa mediante una nota che recita: "Anche se le riforme proposte non hanno certo la profondità e la chiarezza necessarie, sento di dovere rendere pubblico il mio sì, nella speranza che questo giovi al rafforzamento della nostre regole democratiche soprattutto attraverso la riforma della legge elettorale".Il fondatore dell'Ulivo tiene a motivare le ragioni per cui abbia atteso gli ultimi giorni di campagna prima di rendere esplicita la propria opinione: "Sono ormai molti anni che non prendo posizione su temi riguardanti la politica italiana. Avevo pertanto deciso di tenermi lontano dal prendere posizione in un dibattito che ha, fin dall'inizio, abbandonato il tema fondamentale, ossia una modesta riforma costituzionale, per trasformarsi in una sfida pro o contro il governo".
Matteo Renzi, nel comizio ad Ancona, elogia Prodi per le sue dichiarazioni: "Tutti erano per il superamento del bicameralismo, se qualcuno ha cambiato idea è perché non è coerente a sé stesso. Ringrazio Prodi che voterà sì pur non condividendo tutto ma riconoscendo che c'è un esigenza per paese".
Linea dura invece quella tenuta da Silvio Berlusconi durante il confronto a quattro tenutosi nel salotto di Porta a Porta, che ha visto come ospiti: Renzi e Angelino Alfano per il Sì, Berlusconi e Matteo Salvini per il No, in cui arriva ad affermare: "Se vince il Sì è meglio andare in un altro Paese, perché verrebbe meno la democrazia".
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