I punti critici, e dunque a rischio, dell'oleodotto Iplom, a Genova, erano circa 250. È quanto emerge da un nuovo report sulla scrivania del pm Walter Cotugno che indaga sul disastro ambientale avvenuto lo scorso 17 aprile che ha portato allo sversamento nel torrente Polcevera di circa 600 metri cubi di greggio. Il report riguarderebbe una serie di controlli fatti dalla stessa azienda nel 2013. Nelle prime fasi dell'inchiesta era emerso che erano circa 25 le criticità della conduttura, compresa anche quella esplosa la notte dell'incidente. Criticità che non sarebbero state comunicate agli organi di vigilanza, capitaneria di porto e vigili del fuoco.
Il magistrato, subito dopo il disastro aveva indagato il direttore dello stabilimento Vincenzo Columbo, un responsabile della manutenzione, un direttore tecnico responsabile dell'impianto e un consulente esterno. I primi primi tre sono accusati di disastro ambientale colposo, mentre il terzo di falso perché scrisse che le condutture erano tutte a posto.
Intanto potrebbe riaprire al massimo entro novembre lo stabilimento. In questi giorni sono partiti i collaudi sui tratti sistemati dall'azienda come previsto dal piano concordato con la magistratura. Se dovessero dare esito positivo allora potrebbe riprendere l'attività.
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