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Un torneo cominciato tra le sorprese
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Buona la prima, anzi ottima. Non succedeva dal 26 agosto 2012 che la serie A si aprisse con sei punti rossoblucerchiati: allora la Sampdoria aveva vinto in casa del Milan mentre il Genoa aveva, come domenica, battuto il Cagliari a Marassi. Due doppiette consecutive anche a cavallo del decennio, il 23 agosto 2009 (Genoa-Roma 3-2, Catania-Sampdoria 1-2) e il 29 agosto 2010 (Sampdoria-Lazio 2-0 e Udinese-Genoa 0-1).

Rinnovate nella conduzione tecnica come negli organici, le due genovesi hanno ottenuto successi importanti, sia per la classifica che per rinsaldare la ritrovata compattezza tra le componenti dei rispettivi ambienti, definita da una parte nel confronto riservato tra la società blucerchiata e le delegazioni di UTC, Fedelissimi e FCB, dall'altra nell'incontro pubblico all'Expò tra Preziosi e i tifosi. L'ammissione di responsabilità, a fronte di una nuova concessione di fiducia, si rispecchia in una partenza agonistica rinfrancante, che vede nell'esordio in campionato il culmine di un'estate positiva, sia nelle amichevoli che in Coppa.

In particolare conforta l'impronta tattica già visibile: se Juric in casa Genoa garantisce assoluta continuità ideologica rispetto all'epoca di Gasperini di cui è stato fin dai tempi di Crotone l'alter ego in campo, Giampaolo fornisce cultura e metodo in misura e sostanza ben diversa, sia rispetto all'allegra improvvisazione zenghiana che alla meditabonda cupezza di un Montella che, a forza di dire "se la realtà non si adatta alle mie idee, tanto peggio per la realtà", si è dovuto aggrappare a Mbakogu e Marchetti, per non lasciare la Sampdoria da retrocesso una seconda volta, dopo quella da giocatore del 1999, allora senza colpe.

Purtroppo il mercato non è ancora finito. Toccherà così alle due dirigenze resistere alle tentazioni che, da qui alla fine del mese, ancora si profileranno. Immensa è infatti la letteratura sui giocatori d'azzardo, insidiati a fondo dall'ebbrezza del successo immediato al tavolo verde, al primo giro di carte. In entrambe le vittorie di assoluta chiarità, infatti, resta la traccia di una “sliding door” decisiva: il palo di Giannetti con il Cagliari in vantaggio, la parata alla Garella su Krunic di Viviano. Proprio quel Viviano che il Torino di Cairo, evidentemente convinto che la Sampdoria fosse un discount, aveva insidiato fino a poche ore prima della gara, proponendo una contropartita poco meno che insolente.

In un torneo cominciato tra le sorprese, Genoa e Sampdoria possono dare non poche soddisfazioni ai loro innamorati. Finora lodevoli nel conciliare le esigenze di autofinanziamento con quelle di rafforzamento, nella criticità congiunturale esemplificata dalla perdurante assenza dalle due maglie dello sponsor principale, le società hanno un compito non facile, in questi ultimi e di certo febbrili dieci giorni di bazar: operare da una parte ritocchi ragionevoli, resistendo dall'altra alle proposte indecenti in arrivo dalle solite grandi in ambasce. Fatto trenta, insomma, sarebbe un peccato non fare trentuno. Inteso come trentuno di agosto, ultimo giorno di mercato.