cronaca

Un colpo a Genova, bottino di 150 mila euro
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Due di loro si occupavano di forzare la fessura di erogazione delle banconote, realizzando una profonda apertura, mentre il resto del gruppo sfondava con un ariete, una trave di ferro, la porta a vetri d'ingresso della banca adiacente al bancomat, che veniva fatto esplodere con un ordigno per recuperarne i soldi dall’interno. La tecnica è quella della ‘marmotta’, e la banda responsabile di uno svariato numero di rapine nel genovesato è stata fermata a Torino.

Antonio Cataldo, 37 anni, e Leone Adriano, 30 anni, entrambi residenti a Rivalta di Torino, sono stati arrestati per furto aggravato e ricettazione. L'analisi delle immagini della telecamere di videosorveglianza della banche assaltate hanno permesso ai militari di individuare i ladri. Gli autori dei colpi sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto dal pm Antonio Smeriglio, convalidati dal gip. Proseguono le indagini per assicurare alla giustizia eventuali complici.

"Siamo dovuti intervenire subito - ha spiegato Luca Mariano, comandante della Compagnia di Rivoli dell'Arma - per interrompere un'attività che era particolarmente pericolosa, visto l'uso di esplosivi in luoghi abitati". L'indagine riguarda tredici 'colpi' commessi a partire dallo scorso 24 aprile a Torino, nel circondario, e in un caso anche a Genova. Un video girato dalle telecamere di sicurezza, recuperato dai carabinieri, dimostra l'abilità e la velocità dei rapinatori.

In qualche caso l'azione non è riuscita perché il bancomat era protetto da un dispositivo, chiamato 'gabbia', che anche in caso di scoppio non consente l'apertura completa dei cassetti con il denaro. L'ondata di rapine, comunque, ha fruttato - secondo una stima - oltre 150 mila euro, che non sono ancora stati recuperati.

"L'esplosivo - osserva un investigatore - era una miscela di acetone e polvere pirica che, con qualche cognizione di chimica, si poteva produrre artigianalmente a casa". Sui due pugliesi, che sono già conosciuti dalle forze dell'ordine, si è cominciato a indagare dopo una segnalazione dei carabinieri di Pinerolo. Quanto ai complici (uno o a volte due) la caccia è aperta.