cronaca

Ancora un episodio in via Borzoli, nel mirino Iren e le manutenzioni
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Otto volte in tre settimane. Numeri che iniziano a diventare un trend. È la preoccupante sequela dei tubi dell’acqua esplosi che, dall’inizio dell’estate, accompagna le giornate dei genovesi. Difficile dire dove succederà la prossima volta.

In via Borzoli, per esempio, sono già due: una il 27 giugno e un’altra dodici giorni dopo. Stessa dinamica, stessi disagi: viabilità interrotta per il tempo degli interventi e centinaia di abitazioni senz’acqua, a Borzoli e nella parte bassa di Sestri Ponente.

Il campanello d’allarme è suonato in quel disastroso weekend di fine giugno. Il geyser di Principe, giunto a squarciare un tranquillo sabato sera, ha attirato l’attenzione di mezza Italia, tra l’allibito e il divertito. Stazione allagata e voragine in piazza, ma non finisce qui. Poco prima della mezzanotte era Dinegro a vedersi scendere un fiume improvviso da salita degli Angeli. Danni, disagi e mugugni. Il giorno dopo, appunto, episodi più piccoli a Borzoli e Coronata, con analoghi inconvenienti.

Fosse tutto qui, poco male. Invece era successo, sempre nella stessa settimana, a Molassana, San Quirico e San Fruttuoso. E ancora, nei mesi prima, a Marassi e in centro città. Qualcosa non va, ed è chiaro.

Dopo le lamentele dell’assessore Porcile con Iren, a Primocanale è arrivata la denuncia di pompieri e tecnici uniti: il Comune privatizza, Iren contiene i costi, le manutenzioni latitano e questo è il risultato. La risposta dell’azienda? "Investiremo di più". Ma questo vorrà dire, con ogni probabilità, rincari sulle bollette, soprattutto fuori Genova. Nel frattempo le condotte cedono una dopo l’altra, e l’acqua si spreca. Per i genovesi doc, il vero dramma.