Genova, città che si allaga anche quando non piove. Città appoggiata su rii rabbiosi, condutture che esplodono, che quando esce acqua va ancora bene. E mentre la rete idrica si rivela un autentico colabrodo, i lavoratori di Iren e i Vigili del fuoco lanciano una denuncia preoccupante. In arrivo un'ulteriore carenza sul servizio che metterà a serio rischio la sicurezza dei cittadini.
Nelle mire della società che controlla Mediterranea delle Acque c'è l'azzeramento della squadra di pronto intervento notturno sul gas, che verrebbe sostituita con la reperibilità dei tecnici. In altre parole, se capitasse una fuga di gas dopo il tramonto, i Vigili del fuoco sarebbero costretti ad attendere l'arrivo degli incaricati, che verrebbero così allertati in caso di necessità. Ma di certo non possono teletrasportarsi. “Uno potrebbe abitare a Pentema, l'altro a Voltri, in ogni caso la squadra dei Vigili del fuoco è obbligata ad aspettare. Una situazione inaccettabile, ci siamo già lamentati col sindaco e col prefetto”, denuncia Stefano Giordano, rappresentante Usb dei pompieri.
I pericoli sono seri. “Genovesi, state attenti. Perché se eliminano la squadra di pronto intervento notturno i rischi sono altissimi per la città”, avverte Giordano portando un esempio concreto: “Se ci chiamano per una perdita di gas noi andiamo sul posto con una squadra di cinque persone. Questo vuol dire che, se dobbiamo evacuare un palazzo, non possiamo occuparci né di localizzare la perdita né di chudere il gas”. E il problema si raddoppia, perché i pompieri che restano sul luogo fino all'arrivo dei tecnici sono risorse sottratte ad altre possibili emergenze.
I sindacati mettono nel mirino non solo i vertici aziendali, ma anche il Comune: “L'azienda non investe a sufficienza sulla manutenzione delle reti. Se le società di servizi vengono privatizzate, gli utili finiscono nelle tasche degli azionisti, e questo va a scapito degli interventi. L'azienda da mesi rifiuta il confronto col sindacato, e il Comune se ne disinteressa completamente”, attacca Enrico Risso, rappresentante Usb di Iren-Mediterranea delle Acque.
Tecnici decurtati, poca manutenzione, si gioca col fuoco. Anzi, col gas. Ed ecco che si chiude il cerchio: perché anche la serie interminabile di guasti idrici in varie zone della città – nel weekend gli esempi più eclatanti – sarebbe da attribuire allo stato dei tubi. Troppo vecchi, e troppo pochi i soldi a disposizione per sostituirli: “Le cause sono molteplici, può essere che c'entrino gli sbalzi termici – spiega Risso – Ma come ho detto prima, su Mediterranea delle Acque non c'è un sistema di investimenti programmati sulla rete. La rete del gas a livello stradale è stata risanata totalmente, la stessa cosa andrebbe fatta sulla rete idrica”. L'assessore Porcile ha chiesto a Iren risposte certe? “Mi fa specie, forse si dimentica che il Comune è in parte proprietario di Iren”.
In parallelo, Giordano ricorda la drammatica situazione di organico: “Abbiamo un pompiere ogni 15 mila abitanti, un'età media di 50 anni e un'età pensionabile che si alzerà ancora. Ma alla politica interessa solo mantenere l'immagine”. E poi, un'altra considerazione inquietante: “Non esistono piani di prevenzione e sicurezza. Sulle fuoriuscite di petrolio, ad esempio, i Vigili del fuoco non sono formati a dovere, non sanno come comportarsi. E i proprietari dei tubi possono fare ciò che vogliono, basta presentare un'auto-certificazione”.
LA REPLICA DI IREN - L'amministratore delegato del gruppo, Massimiliano Bianco, ribatte che "il sistema della reperibilità funziona in tutto il Nord Italia e garantisce comunque la tempestività", mentre sulle cause delle esplosioni di tubi dell'acqua ha ammesso che "esiste un problema di vetustà dei tubi, su cui abbiamo già investito molto".
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