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Trasferite le deleghe sportive dell'assessore Boero
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Togli una delega di qui, aggiungi una stampella di là, mescola un po' di carte e il gioco è fatto. Soprattutto se a Palazzo Tursi c'è un mandato da trascinare sino alla fine, costi quel che costi. A Genova si chiamerebbe 'remescio', in italiano è un micro rimpasto, fatto sta che il sindaco Doria ha finalmente preparato la ricompensa per gli autori del salvataggio in zona bilancio, quelli che a maggio hanno votato sì evitando il ko alla Giunta finita in tragica minoranza.

I mormorii in Sala Rossa erano tutti concentrati su Stefano Anzalone, pedina del Gruppo misto che sul bilancio si è turato il naso, ma mica per beneficenza. Si parlava addirittura di una poltrona da assessore, quella di Pino Boero. “Non accetterei mai”, si affrettava a chiarire Anzalone alla vigilia del voto decisivo. Assessore magari no, ma consigliere delegato sì. E allora ecco il genovesissimo 'manezzo' di Marco Doria.

Il sindaco si riprende formalmente le deleghe dello sport, nel dettaglio: relazioni con enti e società dello sport, alla promozione sportiva e agli eventi sportivi. Pino Boero si tiene le altre che aveva già e acquista da Carla Sibilla anche quella alle biblioteche, a mo' di risarcimento. E il redivivo Stefano Anzalone, già assessore allo sport della giunta Vincenzi, entra in gioco come consigliere delegato allo sport, una specie di collaboratore di Doria. Nei fatti, un assessore ombra. 

Remescia tu che remescio anch'io, l'importante è non far torto a nessuno. E allora il vicesindaco Stefano Bernini mantiene la delega all'impiantistica sportiva, mentre per Carla Sibilla spunta una strana delega a “Iniziative di rendiconto alla Città sullo stato di attuazione del programma dell'Amministrazione”. Il Comune precisa che il nuovo incarico attribuito ad Anzalone è conforme allo Statuto e svolto a titolo gratuito. Tra “pacciughi” e “mastrussi”, cosa non si fa in via Garibaldi per tirare avanti ancora un annetto?