cronaca

Sindacati: "Tavolo con l'azienda per discutere il futuro delle sedi genovesi"
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C'è preoccupazione tra i circa cento dipendenti genovesi di Toshiba Europe che tra la sede di Sampierdarena e la fabbrica di Trasta in Valpolcevera si occupano della progettazione e realizzazione di sistemi di trasmissione e distribuzione dell'energia. Secondo quanto riferiscono i sindacati, il 16 giugno una lavoratrice ha ricevuto la lettera di licenziamento per aver rifiutato il trasferimento per 6 mesi rinnovabili in Montenegro.

"Si tratta di un fatto di inaudita gravità - denuncia in una nota l'rsu Fiom e Uilm dell'azienda - in piena continuità aziendale, fra l'altro, con quanto accaduto lo scorso dicembre a altri due lavoratori, che sono stati licenziati per soppressione delle mansioni". Per questo i sindacati chiedono di "avviare al più presto un serio e franco confronto con il nuovo management che affronti nel merito le attuali difficoltà". La multinazionale giapponese, dopo lo scandalo dei bilanci 'addomesticati' che ha portato alla luce un buco nei bilanci da 6 miliardi, sta vivendo una fase di pesante ristrutturazione che prevede circa 12 mila esuberi a livello mondiale.

A differenza di altre divisioni non controllate direttamente che sono state dismesse, la sede genovese della Toshiba T&D Europe (che è anche l'unica in Europa) è stata per ora confermata dal nuovo management "ma è passata rapidamente dal rappresentare una importante prospettiva di sviluppo per il territorio - denunciano i sindacati - che doveva addirittura tradursi nell'insediamento di una seconda unità produttiva a un possibile ridimensionamento".

"Da un lato ci troviamo di fronte a licenziamenti individuali di lavoratori - dice Enzo Russo, Fiom Cgil Genova - dall'altro alla cancellazione unilaterale di trattamenti economici. Per questo chiediamo al nuovo management un tavolo per cercare insieme di dare una prospettiva a questo importante tassello industriale di Genova. Non accetteremo che a pagare il prezzo di questa situazione indubbiamente difficile siano i lavoratori, gli unici a non averne alcuna colpa".