Da quando lasciò la Roma, ormai dieci anni fa, soltanto nella Sampdoria Antonio Cassano era riuscito a restare per almeno due stagioni. Accadde però - comunque non senza fatica, vista la messa fuori rosa poi rientrata del gennaio 2010 - quando il giocatore aveva ancora l'età delle giovani promesse, mentre le controparti erano Riccardo Garrone, Beppe Marotta, Walter Mazzarri e Luigi Del Neri.
Dalla famigerata lite con il compianto petroliere, siamo all'ottobre 2010, il campione barese è cresciuto in irrequietudine calando in forma fisica. Non ci voleva un mago per immaginare che il ritorno alla Sampdoria, prima “seconda volta” in carriera, sarebbe stato deludente, se non un vero e proprio fallimento: eppure, chi come noi lo aveva ipotizzato fin da un anno fa, non raccoglieva che impopolarità.
Toltosi nel 2014 l'ultimo sfizio di partecipare a un Mondiale, privo ormai di stimoli agonistici, Cassano voleva Genova, in quanto casa, più che la Sampdoria nel senso di squadra: sorvolare su questo dettaglio è stato madornale. Imporlo infine a Zenga che, accettando l'incarico, aveva posto la sola condizione di non trovarselo in rosa e lo aveva ribadito in due interviste nero su bianco, è stato un capolavoro al contrario di una dirigenza che non sembra ancora aver ben chiara, o forse ce l'ha chiarissima ma fa lo stesso, la distinzione tra spettacolo e calcio.
Presentatosi a Bogliasco in condizioni fisiche e atletiche imbarazzanti, Cassano ha passato la stagione come l'avrebbe potuta passare un giocatore della sua età assai lontano dalla forma: a fronte di pochi sprazzi dell'intatto genio, la solita scarsa se non nulla partecipazione al gioco collettivo. Dopo l'addio anzitempo al Parma e il periodo di inattività, non era difficile prevedere un simile andazzo. Un percorso pronosticato in tempi non sospetti da Primocanale.it e che oggi trova una conferma in ogni singola parola scritta ad agosto 2015.
La lite con Romei dopo il derby, il telegramma di licenziamento, la retromarcia del club vista la posizione del dirigente/non dirigente: quindi, i titoli di coda. Ora sia la società che il giocatore si accorgono dell'errore, ma sarebbe stato meglio pensarci prima. Resta lo scoglio di un anno ancora di contratto, ma non è il più grande ostacolo. Purché non si rimedi a un errore con altri e più gravi errori, rischio presente per un Cassano che riesce ormai a fare in modo giustissimo soprattutto le cose sbagliate.
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Sampdoria-Cassano, una storia iniziata male e finita peggio
Come Primocanale.it aveva anticipato già l'estate scorsa
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