La maledizione dei playoff non abbandona lo Spezia. Per il terzo anno consecutivo gli aquilotti falliscono anche solo l’approdo alla finale per la promozione in serie A e, ora, quello che per i tifosi del Golfo dovrebbe essere un sogno si sta trasformando in un incubo. Già, perché prima il Modena, poi l’Avellino e infine il Trapani hanno stoppato le ambizioni di una tifoseria ma soprattutto di una società che pensa in grande ma alla quale manca sempre qualcosa per fare il grande salto.
Quest’anno l’asticella delle ambizioni si era nuovamente alzata ma si è perso forse tempo nel capire che l’era Bjelica era finita. Con Di Carlo le cose sono cambiate, è vero, la notte di Coppa con l’Alessandria è una ferita, comunque, ma la rincorsa è stata di quelle importanti e se non ci fosse stato quel pomeriggio da incubo in riva al lago di Como chissà.
Si ripartirà dal tecnico ciociaro, è pacifico ma si dovrà anche ripartire da una mentalità diversa, probabilmente per tutto l’ambiente. La serie A si conquista con tutta una serie di piccole, grandi componenti come testimoniano i veri e propri “miracoli sportivi” del Trapani quest’anno, o di Carpi e Frosinone la scorsa stagione.
Partire a fari spenti potrebbe essere una buona idea, sempre che patron Volpi abbia ancora voglia di investire e far sognare orizzonti mai visti. Mentre, è innegabile, i rumors sui suoi possibili abboccamenti con la Sampdoria non si esauriranno certo domani.
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