cronaca

La Cgil: "Già persi in un anno 3 mila posti di lavoro"
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Nell’ultimo anno la provincia di Savona ha perso circa 3 mila posti di lavoro, solo nell’industria. E oggi, per le strade di Vado Ligure, è andato in scena l’incubo di almeno altrettanti addetti coinvolti nella crisi di tre aziende. Tirreno Power, l’ormai ex centrale a carbone che mantiene attivo solo un gruppo a gas dopo il sequestro per violazioni ambientali. Bombardier, che ha perso una gara fondamentale per la fornitura di treni regionali. E Piaggio Aero, con una situazione che i sindacati definiscono pronta ad esplodere.

Bloccato il casello autostradale per poco più di un'ora, dalle 10.30 alle 11.45, finché Giulia Stella, segretario generale della Cgil savonese, ha annunciato la mail ufficiale con cui il Ministero dello sviluppo economico convoca per giovedì 16 giugno alle 15 un incontro a Roma sulla crisi industriale del terrotorio. Incontro che sarà preceduto da un vertice in Regione fissato al 3 giugno. La notizia era già arrivata in via ufficiosa, ma si attendeva una conferma prima di smobilitare. Il corteo, partito alle 9, ha quindi percorso nuovamente la superstrada verso i rispettivi siti industriali. 

In quello che negli ultimi cent’anni è stato il centro nevralgico dell’industria savonese è sfilato il corteo dei lavoratori. “Ma l’emergenza non è solo qui, è un problema di tutto il territorio”, avverte Monica Giuliano, che è sia sindaco di Vado sia presidente della provincia. “Oggi siamo al tracollo, è necessario un tavolo congiunto”, dice. Un tavolo che avrebbe dovuto andare avanti a livello governativo, e invece è fermo da anni. 

Mentre le altre province fanno segnare una timida ripresa, Savona continua a mostrare il segno meno, con numeri da profondo Sud. La Giuliano mette l’accento sul dialogo tra istituzioni: “Il tema riguarda tutti, dovrà occuparsene in modo diretto anche il nuovo sindaco di Savona. Con la Regione il dialogo è mancato, serve un confronto più serrato. Bisogna sviluppare un accordo di programma. Siamo una comunità piccola, ma insieme possiamo mettere tanti tasselli”. Lo ribadisce anche Franco Paparusso, coordinatore Uil Savona: "Il capoluogo deve assumere un ruolo di regia"

BOMBARDIER

L'ultimo campanello d'allarme è quello dei lavoratori Bombardier. 
L'azienda sperava di vincere la gara per la fornitura di treni regionali ad alta densità per conto di Trenitalia. Gli esiti ufficiali non sono stati ancora comunicati, ma secondo indiscrezioni è praticamente certo che Bombardier non è al primo posto, ma terza su quattro partecipanti. Pare, invece, che l'appalto venga assegnato a un'azienda che ha il suo polo produttivo all'estero. Un'ulteriore beffa, per un territorio gravato da una crisi che sembra irreversibile. 

"Le multinazionali comprano gli stabilimenti, e quando all'orizzonte non ci sono commesse lasciano tutti a casa", lamenta Andrea Pasa, segretario provinciale Fiom-Cgil. "Chiediamo che Bombardier investa a Vado Ligure parte dei 430 milioni di euro che il Governo ha dato". L'azienda, di proprietà canadese, continua a produrre utili sul territorio savonese, ma nonostante questo "la politica continua a non dare risposte, ci viene detto che possiamo vincere le gare, all'estero le vinciamo, in Italia no", sospira Bruno Martinazzi, rsu Fiom-Cgil.

TIRRENO POWER

"Abbiamo già perso 600 lavoratori di indotto, 70 lavoratori sono in mobilità, ne restano 150 di cui solo 40 sono impiegati nel gruppo in funzione, gli altri sono sotto contratti di solidarietà", sono i tragici numeri della crisi di Tirreno Power forniti da Tino Amatiello, segretario savonese dei chimici Cgil. "Non c'è un piano energetico, l'azienda è latitante. Noi abbiamo dato tutti gli alibi possibili a tutti i livelli. L'ambientalizzazione potrebbe essere già pronta, ma l'azienda non sta facendo nulla. Chiediamo un incontro con le istituzioni", prosegue Edoardo Pastorino della Uil.

PIAGGIO AERO

È un periodo difficilissimo, si sta avverando una tragica coincidenza. In alcuni casi ci sono problemi di management. In particolare i lavoratori di Piaggio si sono stabiliti in una fabbrica nuova a Villanova d’Albenga e dopo due anni tremano per il posto di lavoro”, spiega Giulia Stella, segretaria generale di Cgil Savona. Proprio durante la manifestazione - dove piaggio partecipa con una delegazione - è arrivata la notizia del rinvio dell'incontro con l'azienda al 9 giugno

"Da sei mesi andiamo avanti col Mise, continuano a saltare incontri su incontri. Lo scenario potrebbe diventare drammatico, rischiano di non esserci più ammortizzatori sociali per 250 lavoratori", dice Andrea Pasa, segretario provinciale Fiom-Cgil. “La situazione finanziaria rischia di bloccare la filiera produttiva. Non c'è un piano industriale credibile che rilanci l'azienda. In uno scenario nefasto come questo i lavoratori rischiano di rimanere senza cassa integrazione”, ribadiva già ieri Antonio Apa, segretario Uilm Genova. 

Per il primo giugno i sindacati intendono comunque manifestare a Villanova d'Albenga con un presidio in fabbrica e un eventuale corteo. "Vogliamo comunque dare un segnale perché ci sentiamo presi in giro. Si sta forse preparando uno spezzatino per la Piaggio?", dice Giovanni Mazziotta, segretario Uilm metalmeccanici del Ponente. 

LE REAZIONI

Forza Italia - Ilaria Caprioglio, candidata a sindaco di Savona per il centrodestra ha fatto sapere di avere"interrotto tutti gli impegni previsti nella agenda elettorale per recarmi presso il corteo dei lavoratori di Tirreno Power e Bombardier, per prestare ascolto alle loro esigenze"

Partito Democratico -
Scrivono i consiglieri Lunardon, Paita e De Vincnezi: "La convocazione al Mise serve a tenere insieme le tre grandi emergenze lavorative del territorio savonese. È in gioco il futuro produttivo della provincia e proprio per questo serve un impegno forte di tutte le istituzioni. La regione deve fare la sua parte, finora è stata assente".

Movimento Cinque Stelle - Andrea Melis, consigliere regionale, manifesta solidarietà e annuncia: "Accogliamo con favore, il tavolo con la Regione e l'incontro al Mise. Siamo solo all’inizio, ma certo rappresentano un primo passo, pur con i dovuti distinguo tra le varie realtà e, auspichiamo, nel rispetto dei fondamentali diritti al lavoro e alla salute, che devono e possono coesistere".