
Secondo la perizia tecnica del medico legale Silvana Mazzone, il barman picchiato, il 44enne Marzio Narcisi, non avrebbe rischiato di morire a causa delle percosse, ma perché non si è presentato al Pronto soccorso subito dopo l'episodio. Fu dopo una settimana, infatti, che l'aggredito iniziò ad accusare un peggioramento dei sintomi dovuti all'ematoma cerebrale, decidendo quindi di andare all'ospedale e denunciare l'accaduto.
Il pm potrebbe dunque cambiare i capi d'imputazione: da tentato omicidio a lesioni aggravate. Un'ipotesi caldeggiata dai difensori dei ragazzi, che a quel punto dovrebbero gestire una possibile condanna fino a un massimo di 7 anni anziché la pena minima di 14 anni prevista per il reato inizialmente ipotizzato. A breve dovrebbe essere emesso l'avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Fonti vicine agli imputati continuano a escludere la pista dell'omofobia in senso stretto. Si ipotizza che questa motivazione sia stata data da Narcisi alla fidanzata per nascondere la reale dinamica, e cioè che i giovani abbiano reagito a una presunta minaccia da parte dell'aggredito, dapprima rimproverato per aver rivolto pesanti apprezzamenti verso un ragazzo del gruppo.
IL COMMENTO
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