Giampiero Gasperini si prende ciò che ha seminato: tutto lo stadio. E la sua dichiarazione improntata al vogliamoci bene ha un grande valore unitario. Il Genoa domenica ha visto l’Inferno e alla fine il Paradiso. Quel tutti contro tutti nel primo tempo della partita con l’Udinese sembrava la fine, visto che la squadra stava anche perdendo. La contestazione dei gruppi ultrà a Preziosi ma anche al tecnico è stata presa malissimo, soprattutto per l’affetto verso Gasperini, da tutto il resto dei 19.000 presenti al Ferraris. È lì che è scattata la controcontestazione di chi non si riconosce nei gruppi o addirittura nell’Acg, molti i sodalizi rossoblù
che sono restii a sposare una politica così aggressiva verso la dirigenza e l’allenatore.
Anni fa, per motivi diversi va detto, ci fu una scissione dolorosa tra il Coordinamento e la neonata Utg capeggiata da Franco Fulle. Nei confronti di Preziosi c’è delusione, la mancata qualificazione in Europa e il mercato di vendita pesano, ma con un campionato ancora in corso la maggioranza è chiaramente propensa ad aspettare la fine della stagione, con la salvezza in tasca, a tirare le somme.
Mentre nei confronti di Gasperini c’è davvero fiducia perché il mister è visto come collante di un Genoa che attraversa grandi difficoltà economiche e tecniche. Insomma lui è già confermato dai tifosi, da tutti. Per questo il Genoa ha vinto con l’Udinese. Dal silenzio imbarazzante, al tifo di donne, bimbi, gente con i capelli bianchi che non ha avuto bisogno di megafoni. Ha tifato come una volta, tutti si sono ripresi lo stadio. E Burdisso e compagni hanno fatto il resto con Perin sugli scudi e Gasperini commosso e ora padrone del Grifo.
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