porti e logistica

Ma non mancano le perplessità
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Un rinnovo della concessione da 40 a 60 anni, a seconda che il Piano regolatore portuale venga approvato o meno e quindi siano o no possibili gli investimenti sul riempimento di Calata Inglese. In totale il gruppo si dice pronto a investire 270 milioni di
euro entro il termine della nuova concessione.

Il terminal - Il gruppo Spinelli gestisce il Genoa port terminal nelle aeree comprese tra Calata Massaua e l'ex idroscalo, per un totale di circa 150mila metri quadri, grazie a una concessione in scadenza il 31 dicembre 2020 affidata alle Industrie Rebora. Ad agosto nella proprietà del gruppo è entrato il fondo inglese iCom, che ha acquisito una quota del 45% delle azioni.

I numeri dell'istanza - Nell'istanza, pubblicata sul sito dell'Autorità portuale e che sarà pubblicata per 60 giorni, si sottolinea che nel 2014 il terminal ha movimentato 366.169 teu, con un incremento del +23% sul 2013 e che al 31 dicembre scorso la società ha effettuato investimenti per oltre 38,2 milioni di euro. Per il 2015 è previsto un traffico di circa 400mila teu. Nella domanda di rinnovo il gruppo parla di un obiettivo di 610mila teu e un aumento dell'occupazione di circa 80 posti di lavoro (oggi i dipendenti sono circa 150).

I dubbi sulla durata del rinnovo - La durata richiesta di rinnovo della concessione solleva più di un interrogativo tra gli esperti del settore. Il primo riguarda l'imminente riforma della portualità: nel momento in cui  nuove regole colmeranno il vuoto normativo della legge 84/94 affidare una concessione di 60 anni appare una forzatura.

"In generale si dovrebbe pensare a concessioni di 30 anni al massimo, periodo nel quale è ragionevole prevedere l'ammortamento degli investimenti", aveva detto il presidente di Assagenti Gian Enzo Duci. A Trieste la Commissione Europea aveva avviato una procedura di pre-infrazione per rinnovo cinquantennali. In generale in Europa si ragiona su concessioni più brevi: in Francia quelle autostradali non potranno probabilmente superare i 6 anni.

L'incognita accorpamento - In tutto questo si inserisce l'incognita degli accorpamenti delle autorità portuali. Concedere ora rinnovi così lunghi potrebbe tradursi in altrettanti paletti che condizionerebbero pesantemente i futuri piani regolatori. Un aspetto da non sottovalutare, se si considera che la  riforma potrebbe  accorpare Genova e Savona già entro pochi mesi. Tutto questo senza considerare l'evoluzione del mercato e della logistica: basti pensare a quanto si modificato il mondo dello shipping negli ultimi 60 anni per capire che rinnovo così lunghi rischiano di fossilizzare i porti rendendo più difficile qualunque evoluzione del porto.

I prossimi passi - Ora dovranno passare 60 giorni prima che l'Autorità portuale inizi la valutazione dell'istanza e di eventuali altre richieste per quelle aree. Ad avere l'ultima parola sul rinnovo sarà quindi la prossima guida di Palazzo San Giorgio, che sarà quasi certamente un commissario: un altro aspetto che solleva più di una perplessità sulla vicenda.