cronaca

Sull’atteso giudizio della Chiesa: “Mi aspetto cambieranno solo le cose amministrative”
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Il diario del mio viaggio a Medjugorje al Festival dei Giovani che ha visto l'arrivo di oltre 60mila ragazzi da 66 paesi del mondo continua con un altro incontro quello con padre Ljubo Kurtovic francescano che dal 2000 al 2007 è stato aiutante spirituale nella parrocchia.


Alto, capelli brizzolati, entra in Chiesa e va subito al microfono e mentre con occhi grandi e castani sembra scrutare i pellegrini, io penso ai giocatori di basket il suo fisico è proprio quello, da atleta. Sorride intimidito, e inizia con una battuta che ormai è diventata un po’ un suo marchio di fabbrica: “Io ho un dono con la mia voce faccio addormentare le persone, smetterò di parlare quando vedrò che il mio dono inizia a fare effetto” e tutti sorridono e parte un applauso. Pochi secondi e inizia la catechesi sulla preghiera parla con calma, con un tono di voce che apparentemente sembra sempre uguale, usa frasi semplici e spesso si ferma qualche secondo in modo che il concetto possa essere interiorizzato meglio: “La preghiera è la cosa più importante , il problema è la distrazione, dobbiamo ricordarci di perseverare soprattutto tornati a casa e di pregare per il perdono non solo degli altri ma di noi stessi che è la cosa più difficile”. Racconta la sua storia di come si sia trovato a Medjugorje a lavorare con padre Slavko e poi a guidare, alla sua morte, l’adorazione davanti a migliaia di persone ma anche all’interpretazione del messaggio del 25 del mese, “da noi – ricorda – c’è un proverbio che dice: ‘L’asino non sa nuotare, ma quando lo si butta nell’acqua allora impara’. Così anch’io ho imparato a ‘nuotare’”. Alla fine dell’adorazione entro in sacrestia mentre fuori si è già formata una lunga fila di pellegrini che vogliono parlare con lui, vogliono farsi benedire o solo cercare conforto. E’ in piedi appoggiato all’armadio e mi sembra di fronte al microfono ancora più schivo, ma è proprio lì che mi sorprende quando si accorge che vicino a lui così alto io sembro ancora più piccola e allora ridendo si abbassa alla mia altezza e mi chiede "Preferisci fare l'intervista così?"

Di seguito la trascrizione letterale dell’intervista.


Padre Ljubo è stato a Medjugorje dal 2000 al 2007 e a lui chiediamo che cosa è Medjugorje, soprattutto i frutti che ha visto nei vari pellegrini anche giovani.

In questo periodo ho sentito tante testimonianze, ho toccato con le mie mani tanti frutti nei cuori delle persone, dei pellegrini che venivano a Medjugorje, soprattutto come sacerdote, nella confessione, vedo che la gente, i fedeli che vengono a confessarsi a Medjugorje sono più aperti. In questo non c’è una logica umana ma una logica divina, non c’è una spiegazione con le logiche umane. Questo mi conferma anche la mia fede che si tratta della presenza della Madonna, dove c’è la Madonna c’è lo Spirito Santo perché la sposa dello Spirito Santo ha concepito Gesù per opera dello Spirito Santo, ha pregato con gli Apostoli anche lo Spirito Santo e soprattutto vedo che i giovani, in tutti questi anni sentono, hanno questa esperienza: la Chiesa non è solo di un Paese o di una Nazione ma cadono le nazioni, vivendo qui sentendoci come fratelli come sorelle di un Padre. Questa è una bella esperienza: vivere questa comunione insieme nonostante non si capiscano con le lingue ma è lo Spirito che unisce che dà una forza, una energia positiva per vivere quotidiano. Io direi Medjugorje è solo una goccia d’acqua dei bisogni del mondo, un’oasi della luce e della pace.


Lei è un frutto di Medjugorje, come ha visto cambiare i pellegrini negli anni in cui lei era lì?

Con i pellegrini, come dire, io vivevo una settimana perché di solito un pellegrinaggio dura 5/4/7 giorni così testimoniando con la loro vita venendo tante volte a Medjugorje. Uno viene una volta per curiosità e basta. Quando vedo la gente che mi dice mi sento come a casa, mi sento amato, abbracciato qui, là dove ti senti amato è la tua casa proprio perché l’amore è qualcosa di spirituale; proprio a Medjugorje si può sperimentare questa presenza invisibile come l’amore invisibile, come la presenza della madre è invisibile.

Le faccio questa domanda ma può anche non rispondere, molto si parla di Medjugorje soprattutto in questo ultimo periodo: si attende un giudizio della Chiesa, secondo lei cosa potrà cambiare, se cambierà qualcosa, forse non per i pellegrini...?

Io aspetto che le cose amministrative cambieranno nient’altro.


CHI E’ – Padre Ljubo Kurtovic, francescano, è stato aiutante spirituale a Medjugorje dal 2000 al 2007.
Alla morte di padre Slavko a lui è stato affidato il compito dell’interpretazione del messaggio del 25 del mese. Ora è parroco a Veljaci un paesino a circa 25 chilometri da Medjugorje