E’ un riforma dei porti che non convince la Compagnia unica del porto di Genova, quella approvata ieri dal Governo. A dirlo è Antonio Benvenuti, che mente l’esecutivo dava il via libera all’accorpamento delle autorità e al ridisegno della governance del settore, veniva rieletto Console della Culmv per la terza volta.“La riforma non tocca i temi del lavoro – dice Benvenuti a Primocanale - E’ la parte che manca, e anche le linee guida che erano uscite dai consulenti di Lupi e Delrio erano l’affermazione del libero mercato. Se le linee sono quelle della liberalizzazione dure noi intendiamo intervenire per tempo con una proposta che presenteremo a settembre. Vorremmo poterci confrontare a un tavolo, fosse anche genovese-savonese, con la nuova Autority e con i terminalisti”.
Per Benvenuti il punto di riferimento è quello dei porti del nord Europa: “Secondo noi gli elementi sono quelli. Ad Amburgo e ad Anversa il lavoro temporaneo è sviluppato in termini di attività di interesse generale del porto di un soggetto privato, come noi, che sta sul mercato, ma anche deve essere messo in condizione di operare. Serve un equilibrio normativo ed economico. Quei modelli sono il punto di riferimento per una trattativa o normativa, anche locale”.
La Culmv quindi si dice pronta non solo a presentare una sua proposta di riforma della normativa del lavoro temporaneo in porto, ma anche ad affrontare una trattativa locale. In questo senso l’accorpamento Genova-Savona è un rischio o un’opportunità per la Compagnia Unica? “Non è un rischio – dice Benvenuti - Un’autorità portuale come quella di adesso vede un notaio del porto che per il futuro non serve. Serve un’autority che abbi potere decisionale e di spesa. Solo chi può decidere e ha dei fondi può intervenire. Genova-Savona? Per me è un vantaggio, se questo porto ha una prospettiva europea. E il nostro lavoro non può non essere correlato a questo modello”.
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