I due uomini protagonisti dell'azione terrorista al museo del Bardo di Tunisi provenivano dalla Libia, dove erano stati addestrati. E' quanto ha confermato il Segretario di Stato per la Sicurezza tunisino, Rafik Chelly, ad una tv privata locale. "Si tratta di due estremisti salafiti, che hanno lasciato clandestinamente a Tunisia per la Libia nel dicembre scorso, per addestrarsi in quel paese alle armi", ha spiegato. La polizia tunisina ha fornito nelle ultime ore quelli che sarebbero i loro nominativi: si tratterebbe di Yassine Laabidi, originario di Ibn Khaldoun, e Hatem Khachnaoui, di Kasserine, sparito da tre mesi. Il ministro degli esteri italiano, Paolo Gentiloni, ha ribadito la necessità di trovare un accordo politico rivolto alla pacificazione della Libia, per arginare la diffusione della minaccia terroristica. "Jihadismo tradizionale e Stato islamico si sono saldati", dice Gentiloni. L'Alto Rappresentante per la politica estera dell'Ue, Federica Mogherini, esorta ad una reazione da parte delle istituzioni europee. Preoccupazione espressa anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: "Non abbiamo molto tempo", ha detto.
L'Isis, intanto, rivendica la paternità della strage, sebbene la notizia del suo coinvolgimento sia probabilmente falsa: "Siamo solo all'inizio", fanno sapere i terroristi, mentre sui social è stata siffusa la foto di una delle vittime italiane, definita un "crociato schiacciato dai leoni del monoteismo".
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