I resti della base in mattoni e cemento di quella che forse un tempo era una centralina elettrica, abbandonata da anni proprio a fianco alla fermata dell'autobus di Piazza Portello, nel pieno centro di Genova. Intorno all'obbrobrio, ecco le immancabili transenne bianche e rosse, ormai il vero simbolo di Genova. Passa il tempo, e anche le transenne restano vittime del degrado: finiscono a terra, divelte. Tutto resta così per mesi. E' l'immagine a sinistra, scattata dal sottoscritto, che un po' per scherzo un po' per blanda denuncia fotografa da mesi le transenne disseminate in lungo e in largo per Genova. C'è anche un hashtag su Twitter: #trovalatransenna (parodia di #trovalaLanterna) Un modo per scherzare, ma anche di testimoniare l'ordinario, rassegnato abbandono di una città. Quante foto arrivano ogni giorno!Mercoledì 14 gennaio, la svolta: intorno al cumulo di cemento e mattoni, a quell'ammasso di transenne ammucchiate per terra, lavorano alcuni operai. Che sia arrivato il momento della riscossa? Che qualcuno in Comune, in Municipio o dove altro si decidono le sorti della nostra città, si sia accorto che quell'immagine è un pugno nell'occhio? La risposta è nello scatto a destra. Il buco, i mattoni e il cemento sono rimasti al loro posto, ma le transenne sono rimaste in piedi.
Indignarsi? Ma perchè? Ormai identifico la transenna non come un segnale di cautela in attesa di un veloce intervento riparatorio, ma come un'invito alla speranza, un inno all'incompiuto che un giorno, forse, potrebbe riscattarsi. La transenna genovese è il provvisorio che si fa eterno. Forse perchè la genovesità dei nostri amministratori fa loro dire: "Già che l'abbiamo comprata, che almeno serva a qualcosa".
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