
Mercoledì 14 gennaio, la svolta: intorno al cumulo di cemento e mattoni, a quell'ammasso di transenne ammucchiate per terra, lavorano alcuni operai. Che sia arrivato il momento della riscossa? Che qualcuno in Comune, in Municipio o dove altro si decidono le sorti della nostra città, si sia accorto che quell'immagine è un pugno nell'occhio? La risposta è nello scatto a destra. Il buco, i mattoni e il cemento sono rimasti al loro posto, ma le transenne sono rimaste in piedi.
Indignarsi? Ma perchè? Ormai identifico la transenna non come un segnale di cautela in attesa di un veloce intervento riparatorio, ma come un'invito alla speranza, un inno all'incompiuto che un giorno, forse, potrebbe riscattarsi. La transenna genovese è il provvisorio che si fa eterno. Forse perchè la genovesità dei nostri amministratori fa loro dire: "Già che l'abbiamo comprata, che almeno serva a qualcosa".
IL COMMENTO
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