cronaca

Questioni di appartenenza politica e di strategie
1 minuto e 30 secondi di lettura
Questioni di appartenenza politica, di strategie, di differenti vedute. Chissà. Fatto sta che la nuova norma che obbliga i comuni sotto i 5mila abitanti a unirsi per la gestione delle proprie funzioni partorisce situazioni al limite dell'assurdo come quella appena andata in scena nelle Cinque Terre, dove i comuni di Monterosso e Riomaggiore hanno stretto un patto con altri due comuni dell'immediato entroterra spezzino, Riccò del Golfo e Pignone, per dare vita all'"Unione dei comuni delle Cinque Terre".

Ieri sera la firma congiunta dei quattro sindaci sull'accordo. Se non fosse che sul patto pesa, e non poco, la mancata adesione del comune di Vernazza (che comprende anche la frazione di Corniglia), riducendo di fatto a tre (Riomaggiore, Manarola e Monterosso) le... Terre facenti parte della suddetta unione.

Il progetto doveva di fatto unire tutte le località facenti parte del Parco. Da mesi sono in corso riunioni, trattative e discussioni che si pensava potesse condurre ad un accordo su chi, tra i comuni del territorio, dovesse far parte dell'unione: gran parte dei comuni della Riviera spezzina, secondo l'amministrazione comunale di Vernazza; solo due comuni dell'entroterra, secondo chi guida Monterosso e Riomaggiore.

Insomma, alla fine la montagna (di schermaglie e contrasti vari) ha partorito il topolino di un accordo monco, che di fatto darà il via a due distinte unioni: quella appena ratificata da Monterosso, Riomaggiore, Riccò e Pignone (questi ultimi due fanno parte del Parco Nazionale); e un secondo, che prenderà il nome di Unione dei Comuni Cinque Terre-Riviera, di cui faranno parte, oltre a Vernazza, i comuni di Framura, Bonassola e Deiva Marina.

In due parole, una buona occasione persa per fare squadra e accomunare strategie e interessi che, almeno nella parte occidentale del territorio spezzino, dovrebbero sulla carta risultare condivisi.