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Sui rifiuti di Genova smaltiti fuori Liguria a causa della chiusura temporanea della discarica di Scarpino, 'fuori norma' per la mancata separazione secco-umido, è scontro in Consiglio regionale. L'opposizione si è scagliata contro l'assessore competente Raffaella Paita.


"L'assessore Paita non sa nemmeno se il Piano rifiuti è sostenibile economicamente - attacca la consigliera regionale Raffaella Della Bianca (Gruppo Misto) -, quello approvato dalla giunta regionale a febbraio 2014 non è stato mai portato al voto in consiglio". "Come giunta regionale stiamo predisponendo un piano dei rifiuti che sarà completato da uno studio di fattibilità economica e portato all'attenzione del consiglio regionale entro l'anno", ha replicato Paita.
 

Ma l'opposizione sottolinea quelle che vengono ritenute inefficienze. "I genovesi pagano 3 milioni di euro al mese per conferire la propria 'rumenta' nelle Regioni limitrofe con la prospettiva di vedersi recapitare nel 2015 bollettini della Tari stellari, con aumenti ulteriori del 50% che si aggiungeranno alle tariffe più salate d'Italia", ha affermato il consigliere regionale Edoardo Rixi (Lega Nord). "Da decenni l'azienda per il ciclo dei rifiuti del Comune di Genova, Amiu, gestisce sia la raccolta della spazzatura sia la discarica di Scarpino: un conflitto di interessi - evidenzia il consigliere regionale Lorenzo Pellerano (Lista Biasotti) - È evidente che Amiu da anni operi in una condizione di palese conflitto di interessi, in quanto ha sempre guadagnato attraverso il conferimento in discarica e non aveva convenienza ad aumentare il livello della differenziata a Genova".