cronaca

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Maurizio Landini al fianco dei lavoratori del cantiere San Marco della Spezia. Un modo per dire basta alle politiche del governo, con cui si è ormai creata una frattura importante: “Bisogna battersi per cambiare queste politiche economiche perché bisogna davvero rimettere al centro il lavoro. Bisogna far ripartire gli investimenti, bisogna difendere i diritti delle persone che lavorano, bisogna cancellare la precarietà. E soprattutto bisogna cominciare ad andare a prendere i soldi dove sono, combattendo l’evasione fiscale e la corruzione, cambiando cioè questo Paese”.

Il Jobs Act inoltre è la goccia che ha fatto traboccare il vaso: “In cosa mi ha deluso Renzi? Ha scelto di mettersi con Confindustria in modo molto esplicito e secco – ha continuato il segretario della Fiom - pensare che il problema è di nuovo cancellare lo Statuto dei lavoratori, pensare che basta abbassare un po’ le tasse per far ripartire gli investimenti e rendere possibili i licenziamenti è la strada sbagliata che in questi vent’anni hanno tentato di fare tutti i governi che ci sono stati, anche quelli di destra. In questo non mi pare che ci sia un grande cambiamento, soprattutto c’è questo accettare questi vincoli europei che ci mettono in ginocchio. Il cambiamento del Paese lo si deve fare coinvolgendo chi lavora, chi produce la ricchezza e mettendo in discussione anche i vincoli europei  che sono quelli che stanno strozzando l’Italia e l’Europa.


In giornata Landini ha incontrato i lavoratori del cantiere navale San Marco, in sciopero per difendere il lavoro e i propri diritti. Un modo anche per pubblicizzare il grande evento del 25 ottobre, una manifestazione a livello nazionale che coinvolgerà più categorie: “Utilizzano delle norme europee un po’ folli, fanno lavorare nei cantieri persone a cui, pur lavorando in Italia, vengono applicati contratti esteri e lavorano per niente. Queste sono le contraddizioni folli che non sono accettabili. E questa competizione tra lavoratori è una cosa che dobbiamo assolutamente evitare, il governo dovrebbe essere con noi a combattere questa battaglia per rimettere al centro un’idea di lavoro e diritti fondato sulla qualità sia dei prodotti che dei diritti delle persone che lavorano.

L’occupazione delle fabbriche, in alcune zone d’Italia, è già iniziata e per Landini è l’unica soluzione possibile in questo momento per fare l’interesse dei più deboli: “A Terni stanno licenziando, a Livorno anche e a Bologna pure. Sarei il sindacalista più contento del mondo se potessi evitare di occupare le fabbriche, quando si arriva a quel punto lì significa che sei esasperato: ogni stabilimento che chiude è perso per sempre e noi non ce lo possiamo permettere. Le persone sono pronte per difendere il loro lavoro e la loro dignità, noi siamo al loro fianco”.