Cronaca

1 minuto e 30 secondi di lettura
I benzinai metteranno i lucchetti agli impianti a partire dalle 19 di questa sera, per riaprirli soltanto alle 7 di venerdì prossimo. Sulle autostrade, invece, stop dalle 22di stasera, alle 22 di giovedì. La vertenza che oppone i gestori degli impianti e il governo pronto a liberalizzare il settore della distribuzione di carburanti, è giunta al primo scontro. Un braccio di ferro che tra quindici giorni diventerà durissimo, con il blocco annunciato per cinque giorni (dalle 19 di domenica 25 alle 7 del sabato successivo) seguito un mese più tardi da altri cinque giorni di chiusura. Un blocco che nelle ultime ore sta mettendo in fila davanti ai benzinai migliaia di automobilisti pronti a fare il pieno e a superare le 60 ore consecutive di sciopero. Ma la protesta è entrata ieri nel mirino della Commissione di garanzia sugli scioperi che non avrebbe ancora ricevuto alcuna proclamazione dello stop al servizio. Il Garante, peraltro, annuncia di aver "richiesto informazioni alle autorità competenti" e di essere pronto nella seduta dell'8 febbraio "ad adottare eventuali provvedimenti di sua competenza". La commissione presieduta da Antonio Martone, ricorda poi gli obblighi previsti durante l'astensione collettiva: "Deve essere assicurato sulla rete autostradale il funzionamento di una stazione di servizio ogni 100 chilometri" mentre "per la rete stradale, dovrà essere mantenuto in servizio un numero di stazioni di rifornimento non inferiore al 50% degli esercizi aperti nei giorni festivi". "Lo sciopero? Ma se lo abbiamo comunicato in tutti i modi possibili?" ribatte Angelo Battisti, direttore nazionale della Faib-Confesercenti "e in ogni caso garantiremo tutti i servizi essenziali". E a proposito di petrolieri ieri il presidente dell'Unione Petrolifera, Pasquale De Vita, ha scritto una lettera al ministro Pierluigi Bersani chiedendo di essere ricevuto in tempi brevi sulla liberalizzazione del settore.