
I difensori, gli avvocati Giorgio Perroni ed Elisabetta Busuito, hanno espresso "sconcerto e disappunto" "Abbiamo appreso - sostengono - che il Gip di Reggio Calabria ha accolto la richiesta di rito immediato, correlativamente rigettando la richiesta di scarcerazione di Claudio Scajola da noi avanzata. Riguardo a tale situazione, desideriamo sottolineare che Claudio Scajola, che, per anni, è stato un uomo dello Stato, non può che nutrire fiducia piena nelle Istituzioni e, quindi, anche nell'operato della magistratura che dello Stato costituisce un potere fondamentale; purtuttavia non possiamo non esprimere sconcerto e disappunto verso la grave ingiustizia che la magistratura sta compiendo ai suoi danni, non già per la scelta di processarlo, scelta da noi non condivisa, ancorché certamente legittima, quanto per la ingiusta ed, a nostro avviso, incomprensibile decisione di continuare a privarlo della sua libertà".
Sulla vicenda è intervenuta anche la famiglia di Scajola che ha sottolineato come non esista “un archivio segreto ma una serie di ordinari angolari rapid che raccolgono buona parte della sua non ordinaria vita (ecografie dei figli nella pancia della mamma comprese)".
IL COMMENTO
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