politica

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Gentile Direttore,
La preghiamo di portare immediatamente a conoscenza la popolazione della gravissima epidemia di “Erzellite” che sta contagiando la città di Genova e in particolare le sfere alte, presenti e future, con interazione tra soggetti politici, finanziari, imprenditoriali di età media e avanzata.

Proprio ieri, sulle pagine liguri di un quotidiano nazionale, abbiamo letto la lettera “farneticante” di un’autocandidata alla presidenza della Regione. Dalla lettura appare evidente il grave contagio da virus Erzellus in un soggetto che, peraltro, è stato esposto a lunghi periodi di contagio in Regione Liguria essendo molto spesso vicina a chi viene ritenuto tra i primi portatori della malattia infettiva in città. Il virus si sarebbe sviluppato in un incubatore di Sestri Ponente, ma il principale propagatore sarebbe stato un soggetto esterno, tanto che il virus viene anche denominato “Rade a Zero” (da cui il nome in genovese, con abbreviazione in Ra-sero). Questo perché desertifica intere aree, senza alcun progetto preciso, e scavando un buco senza fondo, per riempire il quale si utilizzano denari delle banche, fondi europei, del Mise, della stessa Regione Liguria.

I soggetti contagiati sono molto pericolosi, poiché tendono a diffondere effetti collaterali quali arroganza e prepotenza, con visioni deliranti che sono alla base del contagio di soggetti non preparati psicologicamente a resistere al contagio, perché poco attenti ad approfondire la veridicità e i contenuti di quanto viene loro propinato. Il virus, come dimostrato da quanto accaduto recentemente a un castellano a Palazzo della Meridiana, può manifestare altri sintomi come lo “Sciupun de futta”, che consiste nell’insultare chiunque non assecondi i soggetti contagiati. Poiché al manifestarsi anche di questa patologia non ci sono più speranze di guarigione, l’unica contromisura possibile è l’isolamento.

Nelle donne, specie in carriera politica, l’Erzellus è causa invece di forti fenomeni di desiderio di potere, voglia incondizionata di comandare, di dominare, accettando solo il rispetto incondizionato per il capobranco, peraltro proprio quello considerato tra i principali diffusori del virus.

All’Università di Genova gli ingegneri hanno lavorato per cercare una soluzione, ma sempre gli è stato consigliato di assecondare i malati. Chi ha provato a difendersi dal virus è stato messo in isolamento dai propagatori, ma non hanno avuto sorte migliore neppure coloro che, silenti, hanno accettato di rassegnarsi al dilagare di Erzellus, sperando che intanto la medicina trovasse un antidoto. Chi a Ingegneria ha seguito con amore i malati, infatti, è adesso oggetto di ingiurie e addirittura viene considerato il vero colpevole del fallimento dell’operazione “Ra-Sero”. Il problema è che a medicina qualcuno si è infettato e adesso farnetica di portare un ospedale nel vuoto di Erzelli. Forse per tentare un contagio di massa, teso a sterilizzare la giusta rabbia dei cittadini, che vedrebbero molto complicata la loro vita di pazienti.

Nella lettera che abbiamo letto il 13 luglio nell\'edizione genovese di Repubblica, firmata da una nuova contagiata, tale Lella – che farnetica già di diventare il prossimo Presidente della Regione, considerando il suo profilo facebook una società di statistica internazionale – sostiene che i giovani vogliono andare in massa agli Erzelli. Non è spiegato di quali giovani si tratti, ma pare sia una nucleo di contagiati dal “Ra-serismo”, di origine spezzina e da poco impiantati a Genova. Tanto che potrebbe trattarsi di soggetti portatori anche di una degenerazione del virus Acam.


Come si possa risolvere la situazione nessuno lo sa, ma un’idea potrebbe essere quella di utilizzare come antivirus proprio i miasmi del caso-Scarpino, che sta offuscando la mente di molti genovesi. E se si coprisse il buco di Erzelli con la rumenta che Scarpino non riuscirà più a ricevere? Forse l’antidoto per “Ra-sare” il virus Erzellus può essere questo. E se arrivasse subito una proposta di Amiu…

Liguria Civica