
Di Lecce, capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Genova, ha ancora una volta messo in evidenza, come sul territorio ligure la 'Ndrangheta si annidi attraverso percorsi apparentemente regolari e trovi terreno fecondo in fenomeni di corruzione diffusa.
"La corruzione diffusa non è più quella legata al compimento del singolo atto - ha sottolineato Di Lecce da oltre due anni alla guida della Dda di Genova - ma quella che attiene alle influenze, quella che determina un clima, lo stesso che si determina nella nostra Regione ed è alla base dell'associazione di stampo mafioso. Questo clima non consiste nel taglieggiare o sparare a qualcuno, ma consiste nell' avvertire una presenza e adeguarsi a questa presenza".
Quindi l'esempio per chiarire il concetto.
"Nel procedimento in corso ad Imperia (processo a carico di 36 imputati sospettati di legami con la 'Ndrangheta,ndr) c'è un episodio sintomatico: un signore che prenota una camera in un albergo e dà per pacifico che non verrà registrato e dà per scontato che l'albergatore non lo registri. Così in effetti accade. Ma non è stata fatta alcuna minaccia. Questo è il clima mafioso, quel clima mafioso che cittadini e politici continuano a dire che non esiste" ha concluso il procuratore capo.
IL COMMENTO
Il lavoro al centro della battaglia elettorale, ma Genova non ha bisogno di promesse
Alla politica del futuro di Genova non interessa?