Alessandro Berta commenta così l'iter della trattativa: "Oggi c'è stato un mancato accordo sindacale. L'azienda ha proposto la cassa integrazione ordinaria, che rappresenta l'unica soluzione oggi percorribile per una temporanea chiusura delle aree a carbone, in modo da consentire l'adeguamento a quanto richiesto. Sappiamo che l'azienda si e' gia' attivata con il Ministero e in altre sedi per adempiere alle prescrizioni previste per superare questa situazione e riaprire. La cassa integrazione ordinaria di due-tre mesi rappresenta l'unica strada giuridicamente percorribile, anche perche' la cassa straordinaria riguarderebbe una situazione di crisi sull'intera azienda e non sulla sola struttura di Vado. La cosa importante per tutti, anche per l'indotto, e' ripartire al piu' presto con la produzione".
La prossima settimana e' previsto un incontro con l'assessore regionale Enrico Vesco, nel quale si affrontera' la questione dell'indotto, poi il 9 aprile la palla passerà al ministero: "In quella data chiederemo ai rappresentanti dell'esecutivo una politica governativa italiana chiara, che esprima quali sono le intenzioni in materia di energia".
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