
Il racconto di Elisabetta a Primocanale è doloroso ma pieno di dignità:
"Non l'ho sentito per un po' ma mia figlia mi diceva "vedrai che Vassily non chiama perché lì stanno sparando e la situazione è difficile".
Poi il dramma: "Sempre mia figlia, un giorno, mi dice: "Hanno sparato a un ragazzo nella zona di campagna dove abitiamo noi". Mi sono collegata con il computer con l'Ucraina, ho parlato con i miei parenti, con l'altro mio figlio: non ci volevo credere".
Ma era vero purtroppo, il nome e cognome era il suo. E Elisabetta ricorda: "Un amico di Vassily mi ha detto: "è morto con il sorriso, chiedendo scusa alla madre e perdonando chi lo aveva ucciso".
IL COMMENTO
Addio Franco Marenco, leader di una destra che rimpiangiamo: guerriera ma nobile
Maturità: nelle tracce mancata l'attualità controversa, dall'Ucraina alla Palestina