economia

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Sono emerse “lacune nei sistemi di governo e di controllo della banca”. Ma anche situazioni di “conflitto di interesse che investono le compagnie assicurative controllate”.
 
Nel verbale dell’ispezione di Banca d’Italia nei confronti di Carige, pubblicato dal Secolo XIX, si leggono pesanti contestazioni  sulla gestione dell’istituto di credito e la richiesta di un ampio ricambio nel consiglio di amministrazione della banca 

Errori “che hanno condizionato negativamente le scelte strategiche del gruppo”: si parla, “di partite anomale” a proposito dei rischi creditizi; di “eccessivo supporto a grandi imprenditori tra i quali anche soci”.

Nella relazione di Bankitalia si fanno anche nomi di imprenditori e società che hanno ottenuto crediti "facili", da venti mila fino a un miliardo di euro.

Ci sono i casi Gavio, Vito Bonsignore, le Coop. Poi Gf Group, Orsero, il gruppo Preziosi. E ancora Marina di Genova Aeroporto, Prodit, Scerni, Genova High Tech, Finbeta, Smtv, Parodi B., Handy Shipping, Isnardi Alimentari, Investimenti Marittimi.
 
Ci sono anche i riferimenti al ruolo del presidente Berneschi padre padrone della banca (nonostante non avesse deleghe operative), ma anche di un “elevato grado di accentramento decisionale in capo al comitato esecutivo”. Il documento di bankitalia punta il dito anche contro la poca attenzione rivolta alle norme anti riciclaggio e alla politica dei dividendi.

E a proposito del ruolo di Berneschi, un altro delicato passaggio nel riservato documento stilato dagli ispettori di Via Nazionale è questo: “I consiglieri, anche quando hanno espresso posizioni critiche nel corso delle riunioni dell’organo, non hanno tradotto il proprio dissenso in coerenti manifestazioni di voto”.
Le indicazioni sono ora quelle di ricapitalizzare la banca.

E nella lettera sottoscritta dal governatore Ignazio Visco, c’è anche un chiaro avvertimento: “Ove venga riscontrato il mancato adeguamento alle indicazioni fornite, Banca d’Italia si riserva di adottare tutte le iniziative ritenute più opportune”.

Insomma il rischio di sanzioni è ancora dietro l’angolo.