cronaca

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"A più di dodici anni di distanza ancora non vado nei vicoli, perché è lì che mi picchiava": Monica ha circa 40 anni. Dodici anni fa è stata vittima di violenze da parte del fidanzato, che la picchiava. Ha voluto raccontare la sua storia a Primocanale per lanciare un messaggio a tutte le donne. Tante le vicende finite sui giornali, e quello che colpisce è che tante donne ritirano le denunce e dicono di voler perdonare i loro aguzzini.

"Non so cosa scatti, ma anche io lo perdonavo. Pensavo mi amasse. Se ci ripenso adesso mi viene rabbia, ma allora non era così", ricorda Monica. L’ultimo caso è quello della 20enne campana massacrata di botte dal fidanzato, che ora ha ritirato la denuncia e chiede di farlo uscire di prigione. Un meccanismo perverso che conoscono bene al centro antiviolenza di Salita Mascherona, nel centro storico di Genova. "La donna giustifica, minimizza, pensa che se l'uomo la picchia è perché le vuole bene, magari è geloso. In realtà dimenticano che se un uomo picchia una donna è solo perché è un violento", spiega Lisa Della Pergola, operatrice del Centro antiviolenza di Salita Mascherona, a Genova.

Oggi Monica ha una nuova vita, con un nuovo compagno. E a sua figlia, che ha 16 anni, dice di non perdonare, perché se c’è amore non c’è spazio nemmeno per uno schiaffo. Intanto sono oltre 750 le donne che a Genova si sono rivolte al centro antiviolenza di Genova. Non esiste un identikit della vittima, le violenza domestica è trasversale a età, reddito e nazionalità. Non solo aiuto alle vittime: a Genova è nato da poco anche un centro che si rivolge agli uomini violenti, perché la violenza è una malattia da curare.