
Insomma una questione di stile ancor prima che morale. Dopo le mutandine e il cibo per gatti è il turno di cene, gioielli e anche ingressi alle terme. Tutto giustificato come “spesa istituzionale”, magari per incontri politici. “Ho sempre chiesto massima trasparenza, e regole più chiare. Però fino all’anno scorso se uno giustificava una spesa come istituzionale gli veniva rimborsata. Poi è chiaro che ne deve rispondere, se scoprirò illeciti sarò il primo a denunciarli”, dice Matteo Rosso.
Forse sono mancati i controlli, anche se va ricordato che le spese sotto accusa non erano ancora state validate dalla commissione regionale. Quel che è certo è nessuno vuole fare i nomi di chi si è fatto pagare cene e terme. Melgrati non parla “perché non ero il capogruppo”, Rosso dice che “non sono più il capogruppo”. E alla fine bisogna tenersi il dubbio. E non si capisce il perché, se davvero i rimborsi erano tutti regolari. I cittadini intanto si sfogano e chiedono chiarezza, mentre il sindaco di Genova, Marco Doria, auspica che la politica abbia comportamenti ineccepibili.
Claudio Burlando, dal canto suo, spera che si faccia chiarezza in fretta, e chiede che si distingua tra comportamenti corretti ed eventuali irregolarità. “Non sono tutti uguali”, dice il Presidente della Regione.
IL COMMENTO
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