Cronaca

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Ci sarebbero alcuni consiglieri regionali ed un giudice tra le persone vicine agli arrestati nell'ambito dell'indagine denominata 'La svolta' condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Genova contro la 'Ndrangheta nel ponente ligure.

Ieri mattina all'alba sono scattati 15 arresti tra Ventimiglia, Vallecrosia e Bordighera. Tra questi il presunto boss del 'Locale' di Ventimiglia, Giuseppe 'Peppino' Marcianò, 79 anni.

A lui, secondo le 500 pagine dell'ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Massimo Cusatti, si rivolgevano in molti nel ponente. Tra questi, a quanto pare, anche alcuni politici.

"Marcianò - scrive tra l'altro Cusatti - interferiva nelle consultazioni elettorali ostacolando il libero esercizio di voto e procurando voti nelle elezioni regionali del 2010 ad Alessio Saso, candidato nel collegio di Imperia".

Non solo. Sempre il Gip scrive: "Palamara (altro degli arrestati, ndr) interferiva nelle consultazioni elettorali procurando voti, in particolare almeno 60, a Eugenio Minasso nelle elezioni regionali del 2005".

Nell'indagine risultano indagati gli ex sindaci di Bordighera e Ventimiglia, Bosio e Scullino, oltre che l'ex direttore generale del Comune di Ventimiglia Marco Prestileo e il sindaco di Vallecrosia Armando Biasi.

C'è poi, ed è tutto da chiarire, il giallo legato ad un magistrato genovese per il quale il clan di Ventimiglia avrebbe dovuto raccogliere dei soldi
. Nell'ordinanza il gip rileva infatti che Marcianò "si lamenta del fatto di dover predisporre la somma di 10mila euro destinata a un non meglio individuato magistrato a Genova".