Cronaca
MONS. BAGNASCO: "NOI BAMBINI DISTRATTI"
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"Noi siamo un po' come bambini presuntuosi e distratti, che dimenticano le cose che contano perché presi dai balocchi che mani esperte e interessate muovono davanti ai nostri occhi": è con un richiamo a sfuggire la superficialità e a seguire "le cose giuste della vita, perché non tramontano" che l' arcivescovo di Genova Mons. Angelo Bagnasco si è rivolto ai fedeli nell' omelia della solennità di Tutti i Santi, nella cattedrale di San Lorenzo. Muovendo dal richiamo del Papa alla santità "nel difficile inizio del terzo millennio", Bagnasco si è chiesto "non è una meta troppo alta per noi? Ognuno conosce i propri limiti, le fragilità ricorrenti: ce la faremo a diventare santi? e cosa significa essere santi?". Il papa, ha sottolineato l' arcivescovo di Genova, "non solo ci indica la vetta, ma ci traccia la strada". E Giovanni Paolo II, ha proseguito, "ci ricorda che la santità è "appartenere a Gesù ". Bagnasco, in un precedente passaggio dell' omelia, aveva fatto riferimento alla responsabilità di cui sono investiti gli uomini come cristiani, "che ci fa sentire ogni uomo come fratello e ci fa guardare ogni cultura con intelligenza e rispetto". Infine, un invito a "non temere di essere emarginati o anche perseguitati a causa di Cristo, di non adeguarsi furbescamente alle convenienze dei potenti, di non appiattirsi sulle logiche mondane dell' interesse immediato e dell' opinione dominante". Un' esortazione ad agire con "libertà", la libertà di cui "i Santi di ieri e di oggi sono i campioni, i modelli da invocare e da imitare". Mons. Bagnasco ha, quindi, indirettamente fatto riferimento alla famiglia, alla scienza, all' aborto citando, fra i santi da prendere come modelli San Tommaso Moro "che, come San Giovanni Battista, preferisce perdere il potere e la vita piuttosto che avallare il divorzio e le nuove nozze di Enrico VIII", a San Giuseppe Moscati "che all' inizio del secolo scorso ha vissuto la santità nella sua professione di medico e di scienziato", alla beata Gianna Beretta Molla "che morì nel 1962 pur di salvare la creatura che aveva in grembo".
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