Cronaca

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Si dice sereno, e parla di una strumentalizzazione dei fatti a fini politici. Giovanni Paladini interviene a Primocanale dopo l’ennesima tegola sul suo partito: le intercettazioni che parlano di contatti tra la moglie, Marylin Fusco, allora assessore all’urbanistica della Regione, e un imprenditore in corsa per ricostruire il ponte della Colombiera, sul Magra,  distrutto dall’alluvione del 25 ottobre.

Tutto questo a dieci giorni dall’apertura dell’inchiesta su Marylin Fusco sulla vicenda del porto di Ospedaletti, e ora Lorenzo Basso, segretario regionale del Partito democratico, chiede un chiarimento politico. Paladini però contrattacca: “I giudizi non possono essere sommari, ma completi e approfonditi. Siamo in presenza di una strumentalizzazione dei fatti a fini politici. La verità verrà a galla. E poi ad alcuni si e ad altri no…. Basso vede la pagliuzza e non la trave,  è stato attento a criticare noi e a non guardarsi in casa

Il riferimento è a Raffaella Paita, assessore regionale alle infrastrutture il cui nome però sarebbe stato solo citato in una conversazione intercettata. Intanto il presidente della Regione si è detto pronto a spiegare la vicenda della ricostruzione del ponte nel consiglio regionale di mercoledì. Anche perché alla fine per quell’opera non è stato speso un euro. La vicenda, però, è l’ultima di una lunga serie in cui Italia dei valori viene chiamata in causa. “Io ricopro questo incarico da 3 anni, non mi si può chiedere si rispondere di quello che è accaduto prima”, risponde Paladini.

Ora si parla di un possibile commissariamento del partito ligure, ma Paladini risponde così: “Di questa vicenda non ne so nulla, non ci sono ipotesi di reato né nulla. Si sta facendo un processo pubblicando degli stralci ad uso e consumo contro le persone. Io sono il coordinatore, non sono mai stato coinvolto in nessuna inchiesta. La vedo dura che sia commissariato. Se mai fossi indagato non servirebbe il commissariamento, lascerei  da solo. Spero che questo metodo venga applicato anche da altri”.