L’autunno caldo della crisi genovese non è solo legato alla disoccupazione e alla progressiva desertificazione del tessuto economico genovese. Il disagio abitativo è una bomba sociale e economica pronta ad esplodere. La crisi economica incombe sulle famiglie genovesi e sugli anziani sempre più spesso in condizione di non pagare affitti e costi di amministrazione. 800 sfratti eseguiti nel 2011 e 1000 previsti nel 2012, dei 200 in corso l’85% è proprio dovuto alla morosità. A fronte di questo dato sono 4300 le domande dei genovesi per una casa popolare che al momento sono in attesa di una risposta e che rischia di non arrivare mai. E non è finita. I 4000 alloggi del comune gestiti da Arte i 600 in gestione diretta e i 1200 gestiti da Spim espongono l’amministrazione comunale a morosità che toccano punte altissime, i dati dei sindacati inquilini parlano di 12 milioni di euro un baratro che senza provvedimenti rischia di cancellare la voce case popolari dal capoluogo ligure.
Assenza di controlli e sottovalutazione del problema da parte delle amministrazioni precedenti sono i primi indiziati ma di tempo ne è rimasto proprio poco e Tursi non si può permettere di pagare l’affitto a 3000 persone che ancora oggi occupano abitazioni con morosità conclamate senza che vi siano contestazioni e provvedimenti.
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